Tra pochi giorni la sfida con il Bologna, una partita cruciale per presente e futuro. Tre buoni motivi per ammettere solo la vittoria
La tanto attesa sfida dell'anno sta per arrivare. Allo Stadio Friuli domenica arriva il Bologna per lo scontro definitivo nella corsa salvezza per i bianconeri. Qualcuno dice che si sta caricando di troppa importanza la sfida, purtroppo però il crocevia non può essere fallito, senza se e senza ma. La classifica e il calendario parlano chiarissimo: l'Udinese ha quattro punti di distacco sui felsinei con una partita in meno, nelle prossime giornate dovrà affrontare in quattro partite Juventus, Napoli e Milan, dove sarà veramente arduo raccogliere punti e inoltre è fondamentale ribaltare l'esito dello scontro diretto. I rossoblù infatti in caso di arrivo a pari punti per ora sarebbero sopra le zebrette, visto che all'andata una partita dominata per mezz'ora dalla squadra da Velazquez fu buttata via in malo modo, andando a perdere per 2-1. Troppi fattori per poter ammettere qualcosa di diverso dalla vittoria.
Con un pareggio il distacco resterebbe invariato, ma poi si andrebbe a giocare col fuoco nelle giornate successive, visto che gli scontri con le tre big sono tutti e tre fuori casa. A quel punto a diventare fondamentale sarebbe la sfida con il Genoa al Friuli, pareggiare rimanderebbe solo il problema a un futuro non troppo remoto. Dunque i giocatori dovranno mettersi l'anima in pace e gestire l'ansia che deriverà dall'importanza dei tre punti. Giustificazioni del tipo "abbiamo sentito l'ansia da prestazione" non saranno ammesse dalla piazza. Men che meno se le parole arriveranno dal capitano della squadra. Anche perchè il Bologna con l'arrivo di Mihajlovic è diventato molto battagliero, rinunciatario è l'ultimo aggettivo che gli si potrebbe affibbiare. Il tecnico serbo ha preso una rosa senza profili eccezionali, ma comunque con alcuni elementi di qualità, e gli ha iniettato il sangue negli occhi, ergo entrare in campo contratti vorrebbe dire farsi del male da soli.
Purtroppo per questa fondamentale sfida Nicola non potrà contare su alcuni elementi che per questa partita sarebbero perfetti. D'Alessandro, Sandro e Behrami saranno ancora out per infortunio. Una coperta corta, con poca esperienza, ma le armi comunque non mancano. Sicuramente le scelte non sono abbondanti, soprattutto in mezzo al campo, ma gli elementi per mettere in campo una squadra con un po' di qualità ci sono. Possibile il passaggio alla difesa a quattro, tutto starà nella voglia del tecnico di rischiarsi Ben Wilmot nel ruolo di play. Il giovane inglese in amichevole è stato provato lì, ma sarebbe un'arma a doppio taglio. Sicuramente sarebbe spensierato, visto che si tratterebbe dell'esordio in una realtà completamente nuova e che non può oggettivamente sentire come sua, dall'altro lato però di certo non può essere considerato pronto al 100%. Decisamente più probabile un centrocampo a due con Mandragora e Ingelsson, con lo svedese libero di attaccare e l'ex Juventus a difendere. Mancherà l'esperienza, serviranno tanta grinta, voglia e rabbia, quella che solo alcuni giocatori hanno mostrato contro il Chievo. Dando veramente tutto sul rettangolo verde allora si potrà sperare di dare una bella scossa alla lotta salvezza, altrimenti le cose potrebbero complicarsi e non poco.
Postilla finale. In queste ore Pinzi ha parlato di un possibile arrivo in società dopo aver parlato con la famiglia Pozzo, sarebbe solo che un bene per una piazza ormai sempre più divisa dalla propria squadra del cuore. Riportare in società una leggenda del suo calibro permetterebbe di ricominciare a vedere profili che i tifosi sentono vicini. Sempre a proposito di ex, domenica ci sarà il ritorno dell'ex capitano Danilo, chissà come sarà accolto e chissà con che spirito giocherà il brasiliano, di certo non gli dispiacerebbe fare uno scherzetto alla sua vecchia squadra.