Thereau: "Domani inizia il mio campionato. Delneri chiede tanta intensità. Il Marsiglia? Non c'è stata la possibilità"
Cyril Thereau è stato tra i simboli di un inizio di stagione non esaltante da parte dell'Udinese. Squalificato nelle prime due giornate, quando il francese è sceso in campo non ha mai dato il suo contributo, spesso fondamentale nelle ultime stagioni. "Sono partito male, ma succede spesso - ha detto Thereau alla Gazzetta dello Sport, alla vigilia di Juventus-Udinese - Non mi preoccupo, ora ho gamba. Io ho bisogno di un po’ di tempo per entrare bene in condizione, devo fare una preparazione lunga e accurata. Poi stavolta sono stato fermato dai due turni di squalifica all’inizio. E ho avuto un infortunio al polpaccio, ha complicato le cose. Col Milan mi sono arrabbiato per la sostituzione, l’ho presa male, l’unica volta. Ero nervoso e in campo mi sono arrabbiato un paio di volte, stavo facendo bene. Non mi nascondo, ma dovevo stare tanto largo sulla fascia. Non ero al posto giusto nel momento giusto. Col Milan abbiamo difeso tanto. Non mi aspettavo un inizio così, ma domani inizia il mio campionato. Delneri? Abbiamo lavorato tanto, fase di possesso e non possesso. Delneri chiede tanta intensità, più aggressività sul portatore, è un cambiamento importante. Siamo stati anche fortunati, perché col Chievo abbiamo subìto troppo e quella gara ci ha buttati un po’ giù, con l’Empoli Karnezis ha fatto parate miracolose, non eravamo aggressivi e un po’ bassi. Abbiamo fatto un po’ di fatica, ma siamo migliorati. Lasciamo perdere la partita con Lazio, con la Fiorentina abbiamo fatto la miglior partita. L'importanza del gruppo? Tutti gli allenatori che vengono ce lo dicono e di questo si parla sempre quando non ci sono i risultati. Ma le assicuro che noi non siamo tutti amici, ma viviamo bene insieme. Chiaro che non posso avere con chiunque il rapporto che si era creato con Kuzmanovic, un fratello, ma sto bene con tutti, con Heurtaux, Wague e Perica in particolare. No, non ho mai preso in considerazione le possibilità italiane e c’erano. Ma ero d’accordo con la società che l’unica porta aperta era per il Marsiglia. È la mia squadra del cuore, quella che andavo a vedere con mia mamma con la quale sono cresciuto. Il Marsiglia è come il Napoli per i napoletani, qualcosa di unico. Ma la società non aveva possibilità e io sono felice a Udine".