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Thauvin non si discute: in meno di una settimana ha zittito tutte le critiche

di Gabriele Foschiatti

Qualche muso lungo dopo la prova del Dall'Ara contro il Bologna lo avevamo visto tutti. L'Udinese era parsa poco propositiva e in balia del gioco avversario, tanto che persino i leader designati avevano deluso le aspettative. In particolare Florian Thauvin, capitano con il 10 sulle spalle e faro del gioco bianconero, non era mai riuscito ad ingranare, chiudendo la propria gara nel peggiore dei modi: facendosi neutralizzare da Skorupski il rigore del possibile 1-1. Come avvoltoi gli scettici avevano già messo in moto la macchina del fango, mettendo l'ex Marsiglia sotto torchio. 

Ciò differenzia i campioni dai buoni giocatori è la capacità di reagire ai momenti bui. E il diez dell'Udinese non ci ha messo nemmeno una settimana a far capire che lui rientra nella prima categoria. Al Bluenergy Stadium si è vista un'Udinese agguerrita e arrembante, ma è stato un one man show del francese: dopo appena 5 minuti un cross perfetto con l'esterno sinistro per liberare tutto solo Lucca all'incornata dell'1-0. Poi tanta lotta, chilometri su chilometri macinati e sportellate per tutti. Fino al 49', quando il capitano è salito sul ponte, ha afferrato il timone e ha condotto in solitaria la nave bianconera attraverso l'intera difesa biancoceleste, ringraziando l'esitazione di Patric, che forse si aspettava un passaggio. Nel momento decisivo la lettura perfetta: il difensore non chiude la linea centrale? E allora ci entro senza esitare, con Romagnoli appeso alla maglia ma impotente per non aver fatto fallo quando poteva: stoccata di punta, come nel futsal, e il friulano Provedel trafitto senza appello. 2-0, nel segno del diez, che poi si lancia sotto la Curva Nord per galvanizzare il suo pubblico. E che risposta dal popolo bianconero...

Florian Thauvin è il leader tecnico e caratteriale di questa versione dell'Udinese. Un giocatore fondamentale per esperienza, impatto sui compagni (apparsi disposti a buttarsi nel fuoco per lui) e talento. In una squadra così giovane avere a disposizione un Campione del Mondo a fare la guida è un lusso che poche squadre del livello dei friulani hanno. In attesa che i giovani raggiungano il livello necessario per fare la differenza in Serie A ci penserà la vecchia guardia a indicare la strada. E se questo è il biglietto da visita la stagione sarà molto divertente.


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