Ritiro & mercato: in un mese una stagione
E così parte anche la stagione 2016/17. Fra attese e disillusioni, l'Udinese targata Iachini si è ritrovata sui campi del Bruseschi. La società ha preferito adottare il motto, sempre alla moda, sempre giusto, del “poche parole e tanti fatti”. Non ha parlato molto nel periodo pre-ritiro ma poi ha organizzato tutto con disciplina e competenza.
In terra friulana, l'imperativo della rivoluzione voluta dal Paron è diventato “vendere!”. Una volta, vendere era fin troppo facile. La rivoluzione sarebbe stata trattenere. Ma ora la squadra gioca male e non raccoglie risultati, i giovani non vengono più fatti crescere e quindi bisogna svendere & piazzare. Il problema è che il mercato più facile è quello dei giocatori bravi. E difatti hanno iniziato nel peggiore dei modi: la cessione di Verre per soli quattro milioni è quantomeno un'operazione dubbia. Tanto più se consideriamo che è stata eseguita prima che Bonato prendesse il (suo) posto nella stanza dei bottoni. Viene da chiedersi se il direttore sportivo abbia potere o se il mercato venga gestito da altri vicini a Gino Pozzo. In questi anni abbiamo sentito tanti nomi che consigliano la proprietà, a volte esterni, altre interni. Non si è mai parlato di Vagheggi, che l'anno scorso ricordiamo in una foto a bordo campo, assistere all'allenamento di Colantuono, poco tempo prima del suo esonero.
La figura di un procuratore con un ufficio in società può essere, a mio avviso, molto utile. Si internalizza una fonte di incertezza esterna (le bizze dei procuratori), ma questo fino a quando c'è comunanza di vedute e fedeltà alla società, prima che ai propri interessi. Tornando alla cessione di Verre, pare strano che nemmeno una nazionale con molti bravi giocatori nati in B per poi fare una bellissima carriera abbia scalfito la brutta abitudine dei Pozzo, abitudine recente, di cedere le promesse italiane per riempire la squadra di trentenni o stranieri. Abbiamo lasciato gloriosi giocatori (Pinzi, Pasquale, Domizzi e Di Natale) senza un degno ricambio.
Meglio andare oltre, e rallegrarsi del ritorno di Angella, un giocatore sottovalutato che potrà certamente formare quel zoccolo duro di cui lo spogliatoio ha bisogno. Spero che Iachini, un altro sottovalutato a mio modesto avviso, gli sappia dare il giusto merito. Sembra che i due abbiano valori comuni: il lavoro, l'abnegazione. Vi ricordate cosa fece Angella per convincere Guidolin a confermarlo? Iniziò da solo il ritiro, prima di tutti gli altri. Quella stagione totalizzò 4 gol in 18 presenze e ancora ricordo che annullò Totti all'Olimpico, quando vincemmo 3 a 2 fuori casa.
Ma leggendo la rosa dell'Udinese, fra chi c'è e chi giustamente si aggregherà dopo, nasce una normale e fisiologica preoccupazione. Mancano almeno due tasselli in avanti, manca quasi completamente il centrocampo. Fra trentenni non più in auge (non ce ne vogliano), eterne promesse mai mantenute e giocatori che non vedono l'ora di andarsene ecco che la rosa oggi in campo sarà (lo speriamo vivamente) profondamente diversa da quella che inizierà il campionato. L'Udinese che abbiamo “ammirato” negli ultimi campionati non era una squadra, ma un aggroviglio di giocatori scelti spesso senza cognizione di causa. Inutile sottolineare le impietose statistiche secondo le quali ci mancavano assist man a centrocampo, facevamo tanti cross ma mancava chi potesse sbatterla dentro (più che altro, questo sì, per l'infortunio di Zapata).
Ripartire da Guilherme, che qua ha fallito, sarebbe l'ennesima scommessa di un giocatore incallito. Del classico giocatore da casinò che aveva il suo sistema, gli fruttava; ma ora di fronte a una perdita non si rassegna e continua a buttare soldi. Lodi ha detto che andrà in ritiro e poi valuterà, viste anche le voci su Valdifiori. Intanto Badu, Fernandes, Widmer e chi più ne ha più ne metta sognano di cambiare aria, nell'indifferenza di tifosi che non si sono troppo affezionati (come dargli torto, del resto?).
E' il mercato che quest'anno farà da ago della bilancia fra la seria A e la serie B. Perché a centrocampo mancano almeno tre uomini che sappiano interdire e costruire, all'occorrenza inserirsi ed affondare il colpo. Senza centrocampo che sappia lanciare o appoggiare gli attaccanti, non c'è punta che tenga. Tre colpi sul mercato sono tanti. Come già detto, uno lo avevamo in casa, ora andrà a giocare per il Pescara, lo ricordiamo, una diretta concorrente per la salvezza! E poi devono arrivare almeno due punte, delle quali una di affidamento, che sia giovane come Lasagna o esperta come Gilardino poco conta.
Sembra strano a commentare un mercato con l'acqua alla gola, quando solo tre o quattro anni fa era l'Udinese a fare il mercato. Bonato pare abbia fatto bene dove è stato. Di sicuro dà più garanzie, nella massima serie, di Giaretta o di chi ha consigliato la proprietà nelle ultime stagioni. Speriamo lo lascino lavorare...