Cosa ci fa Di Natale in panchina con una mano sull’orecchio destro di Colantuono? La scena è stata colta dalla tribuna dello stadio Castellani, in quella Empoli che ha visto nascere la stella Totò e che potrebbe aver indicato, come una cometa, il futuro del capitano bianconero.
Dalla partita con la Juventus (59 minuti da titolare), il numero 10 non ha visto più il campo e la concorrenza, complici le mosse della società sul mercato, è aumentata, visto che al posto di Aguirre è arrivato un elemento come Matos, non a caso schierato nell’undici di partenza nelle ultime due trasferte, con Empoli e Milan.
Insomma, sarà sempre più difficile vedere Di Natale nelle vesti di mattatore, anche se il ruolo dell’arma tattica alla Altafini – il bomber italo-brasiliano che a fine carriera divenne implacabile recitando da riserva –, negli ultimi venti minuti delle partite, potrebbe essere il rettilineo finale di una carriera spettacolare, indimenticabile per chi tifa Udinese. Soprattutto quando riesploderà la primavera e la truppa bianconera (ci si augura) sarà già in salvo.
A maggio, poi, Totò appenderà le scarpe bullonate – o scarpini, o tretars, come li chiamate dipende dai ricordi dei calci da bambino – al classico chiodo e si concentrerà sul futuro, sul dopo-football. Cosa farà? Chi lo conosce bene sa che Di Natale difficilmente si metterà una giacca e una cravatta per sedersi dietro una scrivania con un ruolo di rappresentanza o dirigenziale.
Gianpaolo Pozzo gli ha fatto capire, nel momento delle voci su un addio anticipato (lo scorso novembre), che a fine carriera avrebbe dovuto bussare alla sua porta per decidere assieme quale sarà il suo primo passo da ex calciatore, sempre con i colori dell’Udinese addosso, ma il capitano non ha ancora espresso un vero e proprio desiderio al paròn.
Le ultime partite vissute dalla panchina, dunque, potrebbero essere lette anche in questa chiave pensato al domani del bomber bianconero. Fin dalla partita casalinga giocata contro la Lazio, l’ultima all’ombra dell’arco dei Rizzi, Totò è stato tutt’altro che in disparte. Ha piazzato qualche urlo, ha dispensato consigli, ha dialogato con Stefano Colantuono: i rumors riferiscono di un patto tra il tecnico di Anzio e il suo numero 10 all’insegna di “facciamo la pace non la guerra”.
Un modo di dire. Un modo per far capire che la licenza speciale di consigliere è stata firmata proprio dal Cola che, infatti, anche a Empoli ha ascoltato le osservazioni di Di Natale sull’andamento della partita. E se i risultati sono la cartina tornasole del rendimento di una squadra di calcio, si può dire tranquillamente che anche Totò nel suo piccolo ha contribuito dalla panchina ai tre risultati utili consecutivi.
Questo ci porta a azzardare anche delle ipotesi sul futuro del capitano. Potrebbe entrare nello staff
tecnico dell’anno che verrà – per dirla alla Lucio Dalla – magari come collaboratore tecnico, nello specifico del settore offensivo, per gli attaccanti della prima squadra. O tuffarsi sulla sua passione, quella del settore giovanile. Idee. Ipotesi. Voci.