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Questa passione merita di più

di Stefano Pontoni

L'Udinese viene sconfitta ancora una volta in casa, in quel Friuli che, dopo il cambio di nome in Dacia Arena, sembra essere stregato. Sì, perché da quando gli è stato appiccicato quel nome vincere in casa è diventato davvero difficile. Udine facile terra di conquista e lo dimostra il Chievo che, senza una partita incredibile e travolgente ma con compattezza e costanza, ci rifila una sconfitta che fa ancor più male per come è arrivata. Perdere al 94esimo brucia sempre, ancor di più quando butti via quanto fatto in un harakiri in salsa friulana.

Ci credavamo tutti, ancor più dopo il gol del vantaggio di Zapata. La terza vittoria consecutiva era missione alla portata per gli uomini di Iachini. La fiducia e l'entusiasmo, arrivato all'apice dopo la conquista di San Siro, ci avevano convinto che il passato, e tutte le sue ombre, era ormai lontano. Non è invece così, ecco la nostra Udinese ripiombare negli stessi errori, nelle stesse paure di una stagione fa, quando vincere davanti ai propri tifosi era cosa difficile.

Ci era stato promesso un regalo. Non chiedevamo una vittoria ma almeno una grande prestazione, fatta di grinta, lotta e fatica. Nulla da fare, una promessa rimasta solo nelle parole e non nei fatti. E pure, come sempre, questa tifoseria, questa gente si merita di più. Perché canta, incita, sprona aldilà di tutto il resto. La tifoseria c'è sempre, nel bene e nel male. Nemmeno in Champions si vedeva questo affetto e questo sostegno alla squadra. Peccato, lo dico davvero, anche per tutti quei piccoli tifosi che, grazie l'AUC, erano arrivati sugli spalti e sognavano di vedere i loro beniamini vincere. 

A chi ha a cuore questa gente, e spero ci sia rimasto ancora qualcuno in campo, chiedo di più per tutti coloro che sugli spalti non mollano mai. Divorare l'erba, il pallone e gli avversari, già contro la Fiorentina. Lo ripeto, se lo meritano. Ma siamo sempre qui, a chiedere qualcosa che dovrebbe essere scontata ma che non c'è. 

 


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