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Quando l'Europa era casa nostra. Ora ci restano soltanto i ricordi. Ci basterebbe solo poter tornare a sognare

di Stefano Pontoni

Vedendo questi tre giorni europei in televisione, con l'Atalanta di Gasperini capace di distrgguere l'Everton di un certo Rooney, un po' di invidia e di amarezza in noi tifosi friulani c'è. Non lo nascondo, guardare gli altri iniziare l'avventura europea mi mette un certa tristezza ed una certa nostalgia. Sì perché una volta l'Europa era bianconera. Con il sogno della Champions soltanto sfiorata e poi abbandonata, la Coppa Uefa prima e l'Europa League dopo erano la nostra casa. Quando scorribande, quante partite epiche, quante notti memorabili. Amsterdam, Leverkusen, Dortmund, Mosca, San Pietroburgo, Liverpool, alcune tra le città cadute ai piedi dei conquistadores bianconeri. Il solo pensiero mi fa venire i brividi. Quanto darei per rivedere Margiotta trafiggere Matysek ammutolendo il pubblico della Bay Arena, o Pasquale segnare ad Anfield sotto gli occhi di un impotente Gerrard. Due tra le innumervoli imprese che questa Udinese ci ha saputo regalare.

Ci restano i ricordi che però si fanno sempre più lontani. Ora da un po' di tempo infatti navighiamo nelle zone basse e non ci resta che vedere altre squadre calcare i campi dell'Europa League mentre noi rimaniamo a fare la partitella in famglia in quel del Bruseschi. Un pizzico di rabbia e di profondo rancore c'è per aver gettato al vento un'opportunità importante, quella di diventare una grande del campionato. Ora come ora, non siamo altro che una squadra da 40 punti e l'Europa è lontana. Nulla di più. La speranza, sempre l'ultima a morire, è che Delneri riesca nel miracolo di riportarci in alto. 

Ci basterebbe solo poter tornare a sognare notti leggendarie, sfide epiche da imprimere nelle nostre menti e nella nostra storia. Questa è anche una nostra necessità, come per tutti gli altri tifosi di calcio.


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