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Quando ce ne accorgeremo sarà troppo tardi, Rodrigo

di Jessy Specogna

Tira un'aria di serenità in quel di Udine dopo la salvezza conquistata con una giornata d'anticipo. La gara di domenica contro il Cagliari sarà poco più che un'amichevole, sia per l'Udinese che per il Cagliari, un match dal significato intrinseco praticamente nullo. L'ultima partita di una stagione tribolata, ma che comunque ha permesso ai bianconeri di mantenere la categoria. Un motivo di interesse però ci sarà: Cagliari-Udinese sarà anche l'ultima partita di Rodrigo De Paul con la maglia dell'Udinese. Il fantasista bianconero, ormai è risaputo, lascerà Udine in estate per approdare in piazze di livello, italiane o spagnole che siano.

Se la merita questa soddisfazione, Rodrigo. Arrivato in Friuli nell'estate del 2016, all'Udinese De Paul non ha avuto per niente un inizio facile. Sicuramente l'aver scelto la casacca numero dieci appartenuta prima di lui a giocatori che hanno fatto la storia di questo club è stato per lui una grossa assunzione di responsabilità sulle spalle. Difficile convivere con il fardello del paragone scomodo e costante con Totò Di Natale. La difficoltà iniziale nel trovargli un ruolo giusto e forse un eccessivo egoismo nel voler strafare palla al piede non hanno poi sicuramente aiutato.  Con tanta umiltà , abnegazione e lavoro, però, Rodrigo è cresciuto, è migliorato anno dopo anno in quelle che erano le sue lacune, divenendo un elemento imprescindibile di questa squadra.

La salvezza raggiunta quest'anno porta per larghi tratti la sua firma. Tra gol e assist, la metà dei punti conquistati dall'Udinese dicono che il marchio di De Paul è stato decisivo. Il giocatore egoista e difficilmente inquadrabile in un sistema tattico ha lasciato spazio ad un giocatore duttile, generoso, un vero e proprio jolly capace di ricoprire anche il ruolo di mezz'ala sia con qualità (tecnicamente il giocatore non può essere messo in discussione) che anche con quantità. In un centrocampo così povero di idee e fantasia, oltre che di uomini, decisiva è stata l'intuizione di Nicola (di ciò gli va dato merito) di schierarlo in un ruolo per lui nuovo, ma nel quale ha dimostrato di sapersi disimpegnare con grande capacità, tanto da guadagnare pure la chiamata della Nazionale argentina. Non c'è un'azione dei bianconeri che non passi dai piedi dell'argentino.

Nonostante tutti i pregi del fantasista di Sarandì, c'è ancora qualche tifoso che è in grado di criticarlo e che lo porterebbe a piedi a Napoli oppure in qualche altra piazza. E' sbagliato soffermarsi su quelli che sono stati i suoi sbagli dal dischetto o su qualche partita sotto tono. Rodrigo è un uomo squadra, un giocatore in grado di determinare. Per lui parlano i numeri. Certo, ha sbagliato tre rigori, ma ha avuto il coraggio di presentarsi dagli undici metri. A volte vuole fare troppo da solo, certo, ma a chi deve passarla vista la qualità non eccelsa dei suoi compagni di reparto?

 Quando ci accorgeremo di quanto sei stato importante, Rodrigo, sarà ormai troppo tardi. E' un peccato perderti proprio ora, nel pieno della tua crescita, adesso che davvero stavi dimostrando di essere un giocatore superiore alla media. Voglio salutarti così, citando il ritornello di una canzone di Reik: 

"Es que me niego a perderte, a más nunca verte 
Me niego a aceptar que lo nuestro ya se acabó "

"E' che mi rifiuto di perderti, di non vederti mai più
mi rifiuto di accettare che la nostra storia è finita"

Buona fortuna Rodrigo, Udine non ti dimenticherà.


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