.

Post Udinese-Roma: a testa alta, tra ingenuità e peccati di gioventù

di Federico Mariani

Quei famosi 16 metri hanno deciso Udinese-Roma. Già, non è eccessivo affermare che quanto prodotto dalle due squadre nell’area di rigore è stato decisivo nel bene e nel male per il risultato finale. Potrebbe essere una riflessione banale, eppure i bianconeri hanno molto di cui rammaricarsi. Sono riusciti a penetrare in area a più riprese ed hanno creato i presupposti per il pareggio in varie circostanze. Tuttavia, il muro giallorosso ha retto. Sicuramente bisogna riconoscere il merito di uno straordinario Szczesny, che si conferma il miglior numero 1 della Serie A in questo momento della stagione. Allo stesso tempo, i friulani devono fare mea culpa: per troppe volte si sono incartati quando l’occasione sembrava propizia. Per tante volte si è assistito al solito spartito: gli uomini di Delneri riuscivano a ritagliarsi lo spazio per colpire, ma o perdevano l’attimo buono o si inceppavano, steccando la conclusione. Al contrario, la Roma è entrata in area per tre volte. È bastato il guizzo di Nainggolan al 12’ per indirizzare il match a favore dei capitolini.

In generale, l’Udinese ha disputato una gara molto simile a quella vista contro l’Inter, nella scorsa settimana. A differenza dell’ultima giornata di campionato, i friulani sono partiti malissimo, lasciando campo alla forza fisica dei giallorossi e finendo ben presto al tappeto. Il rigore fallito da Dzeko ha rianimato i padroni di casa, che, tuttavia, hanno dominato l’avversario solamente nella seconda metà della prima frazione di gara. Nella ripresa, la banda Spalletti ha anestetizzato la partita ed i bianconeri si sono visti a sprazzi, un po’ come accaduto contro l’Inter. Se nel match di sette giorni fa erano stati fatali i minuti finali dei tempi regolamentari, stavolta bruciano quei 20 minuti regalati ad una squadra cinica ed esperta come la Roma.

La sostanza resta più o meno la stessa: i ragazzi di Delneri hanno gli strumenti per giocarsela con tutti, ma peccano nella gestione dell’incontro e sono ancora inesperti. L’emblema dell’Udinese vista ieri sul terreno di gioco è Cyril Thereau: tanto bravo a ritagliarsi lo spazio per andare al tiro, quanto lento e macchinoso nel decidersi a concludere. Sicuramente, ci sono anche altri aspetti positivi di cui far tesoro. In primis, c’è l’autostima del gruppo, ormai in grado di guardare negli occhi avversari ben più quotati senza alcun timore reverenziale. E poi, forse, l’Udinese ha ritrovato finalmente il vero Rodrigo De Paul. Veloce ed ispirato, ha creato diversi problemi alla retroguardia capitolina. Manca ancora il gol. Ci ha provato, ma ha trovato un colossale Szczesny sulla sua strada. Ha sperato di trovare la rete in un giorno in cui sarebbe servita più che mai. Non è stato fortunato, ma ci riproverà. Così come questa Udinese, beffata, ma mai doma.
 


Altre notizie