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Liberazione e (poi) godimento

di Emanuele Calligaris

Apro con un pensiero per Davide Astori, a un anno esatto dalla sua scomparsa.

Proseguo.

"Godete, friulani!", questo il noto e storico incitamento di un nostro editorialista abbastanza conosciuto in Friuli. Mi sento di condividerlo, come sempre, ma mi sento anche di fare una piccola riflessione: il "godimento" una volta era contro la Juventus, contro il Napoli... ora è con il Chievo (ultimo) e con il Bologna (terzultimo). Non c'è nessuna critica e siamo tutti contenti per la vittoria di ieri, però non si può non affermare che le "mire friulane" sono state oggetto di una netta rivalutazione. Insomma, è sempre un "godimento", ma non è quello di prima (quanto, "prima"?) ...

Prima del "godimento", ieri a mio avviso abbiamo assistito (o, se volete, fatto parte di) a una vera e propria "liberazione", intesa come "restituzione della normale funzionalità": nulla a che vedere rispetto ai più alti significati storici, tanto a che vedere con la rottura di diversi schemi e di qualche maledizione...

- numero uno: i tifosi giovano alla squadra e viceversa; non ci può essere un rapporto travagliato tra tifoseria e società (schema); le parti si stanno, pian piano, ricongiungendo; la società ha concretizzato l'"incontro chiarificatore" e sembrano esserci stati degli effetti positivi (il risultato della partita di ieri è l'unica possibilità per averne una prova); è un qualcosa che comunque difficilmente accadrebbe, per esempio, in Inghilterra, dove per tutti la gara inizia al 1' e termina al 90'+recupero...;

- numero due: siamo tutti d'accordo che il calcio di Nicola (anche altri probabilmente riuscirebbero a farlo) non rispecchia una grande filosofia di gioco, che questo calcio non è neanche tanto bello da vedere; stiamo iniziando a capire però che è un calcio "necessario", in questo momento, per l'Udinese; e che non si può pretendere (schema): chi non vorrebbe vincere ogni domenica, giocando pure bene? In Italia questa perfezione tende forse a raggiungerla un'altra squadra bianconera, che tra l'altro sarà la prossima avversaria dell'Udinese...;

- numero tre: l'Udinese è riuscita a segnare finalmente dal dischetto (maledizione): ieri la palla è entrata con una traiettoria limpida, facendo dimenticare i quattro errori consecutivi, precedenti, dagli undici metri (i friulani sono, con sei rigori, la seconda squadra del campionato ad aver avuto più penalty a favore, assieme alla Juventus; però i bianconeri di Torino ne hanno segnati cinque, quelli di Udine due...)

- numero quattro: da quanto tempo non si vincevano due gare di fila? (maledizione) E' stata rimandata la gara con la Lazio, è vero, però due successi consecutivi non arrivavano dal maggio scorso, quando sulla panchina era seduto Igor Tudor (0-1 all'Hellas Verona, 1-0 al Bologna);

- numero cinque: due vittorie di fila migliorano poi anche il rendimento della "Dacia Arena – Stadio Friuli" (maledizione), che non vedeva due successi di fila, tra le proprie mura, dal dicembre 2017, quando la guida della squadra era affidata a Massimo Oddo (2-0 al Benevento, 4-0 all'Hellas Verona). Se poi vedi che 18 dei 25 punti di quest'annata "disgraziata" sono stati guadagnati in casa...;

- numero sei (come le vittorie dell'Udinese): finalmente abbiamo un allenatore, una squadra (o quello che volete) che vince gli scontri diretti (maledizione). L'anno scorso, per esempio, con Cagliari e Crotone si perdeva.


Passiamo ai fatti, alla gara di ieri: l'Udinese in realtà ha giocato ancora con la difesa a tre, nonostante le formazioni ufficiali presentassero un 4-3-3. Primo quarto d'ora di confusione totale: il Bologna è più aggressivo, ha il possesso, ma è nervoso perché le tante azioni create non portano al gol (al 12' c'è il palo di Mbaye); e poi comunque l'Udinese riesce a costituire un gran bel muro difensivo (doppio, compreso il centrocampo). E' come se la squadra di Nicola avesse puntato inizialmente a illudere l'avversario, anche perché in tutta la prima frazione non ricordo sinceramente dei tiri in porta per quanto riguarda i bianconeri. Immagino cosa passasse nella testa di Mihajlović nei primi venti minuti… non però al 23’, quando Poli giochicchia, perde palla e commette la più classica delle ingenuità quando si cerca di recuperare un avversario: la trattenuta (in area). Il rigore non si discute, anche perché il fallo inizia proprio al limite dell’area; di Pussetto invece possiamo dire che è stato molto abile nell’approfittare di questa leggerezza; poi De Paul fa il resto, e non era cosa da poco (1-0). La partita sarebbe continuata, anche dopo il vantaggio, sullo stesso stampo dei primi minuti: Bologna che non trova il gol, Udinese ben messa in difesa, con quel pizzico di fortuna che non guasta mai (vedi le tre ribattute in area al 33’); poi però Mandragora perde un pallone bruttissimo, fa innescare il contropiede e recupera come può: punizione e giallo (fuori contro la Juventus…); il Bologna batte veloce centralmente, la palla va sui piedi di Orsolini sulla destra, che mette in mezzo, dove Palacio deve solo appoggiare: 1-1, con Zeegelaar che probabilmente pensava alla difesa a quattro.

Nel secondo tempo invece si accende Pussetto, e anche tutta la squadra di Nicola: rispetto alla prima frazione, i contrasti e i duelli vinti nei secondi 45’ hanno la finalità offensiva; in sintesi, si inizia a cercare la porta: abbastanza bene Skorupski però, su Stryger Larsen e Pussetto (fino al 52’), al quale poi risponde Musso con degli ottimi interventi su Dijks e Orsolini. Inizia a distribuire palloni De Paul, anche se i suoi lanci da metà campo non sono sempre precisi. Chi li riceve si chiama Stefano Okaka, oppure Ignacio Pussetto: il primo cerca quasi sempre la torre per Pussetto e gioca alle sue spalle, mentre il secondo cerca di giocare sfruttando le doti della corsa e del dribbling. Poi c’è il “silenzioso” Stryger Larsen, che dopo aver giocato una partita da interno, si ritrova quasi per caso sulla fascia destra; e da lì poi mette dentro un cross perfetto per lo stacco di Pussetto, praticamente lasciato solo: è gol, 2-1, la gara viene risolta al 79’. Gli ultimi minuti non sono un grande spettacolo e servono solo a far finire la partita: il Bologna iniziava a non averne più già sull’1-1, figurarsi dopo… E i cambi nemmeno si ricordano: forse, tra i sei, Sandro è quello che ha fatto meglio. Fischio finale “liberatorio”.

Capitolo singoli: Musso non ha dovuto fare grandi interventi, ma sta diventando indubbiamente una sicurezza; difficile trovare il migliore in difesa: De Maio ottimo su Palacio, Troost-Ekong comandante, Nuytinck bene, ma non sempre preciso negli anticipi; a centrocampo, Mandragora anonimo calcisticamente, De Paul meglio nel secondo tempo (nonostante il rigore), Zeegelaar da rivedere; invece buona prestazione per Ter Avest, e buonissima per Stryger Larsen, a mio avviso decisivo; in attacco, Okaka fa sportellate ed è il rianimatore della squadra, mentre Pussetto è stato coraggioso e astuto, sempre pronto a ricevere palla (poi se segna anche di testa...). Non mi sento di dare un giudizio ai tre cambi: Sandro, Lasagna e Teodorczyk (a tenere palla in avanti come Corradi...)

Testa alle prossime gare: con Juventus e Napoli saranno partite già scritte per tanti, non dev'esserlo per la squadra di Nicola. Io non darei per scontate le due sconfitte, anche se probabilmente sarà più importante preservare il nuovo spirito che si è venuto a creare (con un po' di ritardo). Certo è che non si può dimenticare che l'Udinese è a più 7 dal terzultimo posto mentre la Juventus a più 16 dal secondo... Non un grande spettacolo per il campionato, ma ce ne faremo una ragione.

Comunque ci sono uno spirito e una mentalità nuove, o rispolverate, che sono (ri)nate dall'"incontro" delle parti. Prima la "liberazione", poi il "godimento". Come con De Paul e Pussetto, come con brovada e musetto.


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