La società ci chiede ancora tempo, ancora una volta di stringere i denti
Un appello alla calma è arrivato dal numero uno bianconero Gino Pozzo. "Non va scordato che siamo un gruppo giovane e rinnovato, con cui abbiamo inaugurato un nuovo progetto. Quindi ci vuole anche calma" ha detto il nuovo Paròn.
Calma, pazienza. Sì, ma per quanto ancora? Non sono bastati cinque anni, ripeto cinque non uno, di sopportazione? Evidentemente no. La società chiede ancora una volta ai suoi tifosi di stringere i denti e di soffrire, come se non si fosse già sofferto abbastanza vedendo la nostra squadra del cuore il più delle volte umiliata. No, evidentemente il popolo friulano, deve abbassare ancora una volta la testa e subire.
Eppure di tempo a disposizione per sistemare le cose, per raddrizzare la situazione l'Udinese ne ha avuto. Ormai i tempi di Sanchez, Di Natale e Guidolin cominciano a farsi lontani. Poi davvero abbiamo visto di tutto e di più, dalla seconda Champions all'eliminazione triestina in in Europa League, dall'addio di Di Natale ad un paio di salvezze risicate, dal nuovo stadio a sconfitte umilianti in serie. Di acqua sotto i ponti ne e passata.
Ma la società chiede ancora tempo. La squadra è giovane e si deve ancora fare, questi giocatori sono promettenti e devono soltanto crescere un po'. E poi? Sarà davvero un nuovo inizio o si ritornerà da capo ancora una volta? Si distruggerà di nuovo tutto come fatto in passato per ripartire da zero o si potrà aprire per davvero un lungo ciclo con Pussetto, ter Avest e gli altri giovani di buone speranze?
Di tempo se ne può ancora dare ma solo se alla base c'è un progetto, se alla base c'è un'idea di crescita, di sviluppo. Altrimenti che senso avrebbe pazientare ancora se tanto il futuro sarebbe soltanto la ripetizione del nefasto presente?
E intanto noi aspettiamo, sempre con la maglia bianconera stretta tra le mani, sempre con quei colori dentro il cuore. Siamo friulani e siamo abituati a soffrire, siamo friulani e non molliamo mai.