L'Udinese in campo c'è, ma con queste disattenzioni e con il solo Okaka a lottare in area non si va lontano
Tanta amarezza. Questo lascia la sfida con il Parma, in un Friuli reso abbastanza gelido dal venticello freddo tipico dell'inverno. Un clima scaldato però da una partita fin da subito movimentata. Manco a dirlo la prima disattenzione arriva dalla sponda bianconera. È vero, l'errore lo commette De Paul abbattendo Gervinho, ma non c'è un singolo giocatore friulano in grado di contrastare l'ivoriano e la difesa quando lo vede partire si limita a ripiegare. Probabilmente se l'argentino non avesse effettuato il suo scomposto intervento l'ex Roma avrebbe tentato il tiro in porta, con ottime possibilità di realizzazione. Opoku, suo primo marcatore, ha potuto ben poco, ma attualmente in rosa non c'è altro e il ghanese ha palesato i soliti limiti di stampo tattico: senso della posizione abbastanza ballerino e scelte poco convincenti in fase di scarico.
Subito il gol l'Udinese comunque ha il merito di non uscire dalla partita e reagire. Ha fatto specie (almeno a me) vedere il neo arrivato Okaka incitare la folla e urlare ai compagni (per dargli la carica) mentre compagni in bianconero da molto più tempo cercavano ancora di capire come rendersi utili. Caro Lasagna un capitano si comporta così, non vaga per il campo senza esprimere emozioni. Lungi da me dare all'ex Watford da subito gradi importanti, certo è che vedere un po' di grinta da alcuni ragazzi considerati fondamentali in campo non creerebbe dispiacere. Il centroavanti lotta, fa a sportellate, la prende di testa, cerca di scattare (facendo vedere uno stato fisico non proprio strabiliante) e si innervosisce anche troppo quando le zebrette non riescono a sfondare. Sta di fatto che tutta questa rabbia viene riversata nel gol del pareggio, dove vince un paio di rimpalli prima di riuscire a mettere il pallone in rete. Promosso, una cattiveria che vorremmo vedere anche nel compagno di reparto.
Sembra fatta, l'Udinese ha il pallino dell'incontro, il Parma è rinchiuso e non riesce a riparte e scatta l'assedio, anche se un po' disorganizzato. La manovra continua a non sembrare pulita. Per Nicola la gestione della palla è stata ottima, ma Behrami è fermo e Fofana perde tantissimi palloni. Mandragora tende a oscurarsi, ma attualmente sembra imprescindibile per il giro palla della squadra. Infatti due azioni da gol su quattro arrivano con tiri da fuori. De Paul, dopo un avvio opaco, inizia a mettere in mostra il suo piede, vedendosi negare la gioia del gol dal palo e da Sepe. Il problema sta nel rifornire gli attaccanti: Lasagna trova solo un colpo di testa, Okaka deve inventarsi le azioni da solo e Machis si vede in area una sola volta. Troppo poco, specie se di fronte hai una squadra con un Inglese e un Gervinho implacabili. Gravissima la disattenzione su calcio d'angolo. D'Alessandro prova a fare fallo, ma c'è il vantaggio e l'ivoriano parte. Nessuno lo ferma, Fofana (memore di quanto accaduto l'anno scorso con Duvàn Zapata) prova il fallo tattico, senza riuscirci e la frittata è fatta e servita. Il Parma vince con due tiri in porta, l'Udinese, che ha creato molto anche se in modo a tratti confusionario, ne esce a bocca asciutta. È un po' il trend di questa stagione, ma se si vuole far punti, oltre l'attenzione che è imprescindibile, quelle punte vanno rifornite di più, altrimenti al minimo errore sarai punito. Con una prima punta in campo si sono rivisti i cross, su quello ci si può lavorare, in modo da iniziare ad avere qualche alternativa tattica, così come con un Lasagna più in palla si potranno vedere più inserimenti, bisogna appunto faticarci su, tenendo d'occhio la classifica.
Piccola postilla finale: quell' ingresso di Balic a 3 minuti dalla fine sa un po' di beffa per il ragazzo, ma decide il mister, noi, purtroppo, non lo abbiamo e, probabilmente, non lo vedremo in campo.