L'Udinese ha davvero ha giocato male con la Lazio? Le statistiche della partita
Il giorno dopo Udinese-Lazio ci sono pareri discordanti riguardo la prestazione della squadra di Sottil. Lo stesso allenatore bianconero ha voluto chiarire l'ottima prova dei suoi ragazzi in conferenza stampa: "Per me l'Udinese ha fatto un grandissimo primo tempo, giocando alla pari con la Lazio, siamo arrivati lì più volte, dovevamo essere più precisi nelle battute, ricordo un paio di svirgolate. Abbiamo costruito bene. Il problema è che siamo durati 50 minuti perché siamo corti". Ma ha ragione Sottil? Proviamo a capirlo con le statistiche della partita.
Se la Lazio ha avuto il controllo del gioco con il 61% di possesso palla, in realtà c'è equilibrio per quanto riguarda le occasioni da gol con entrambe le squadre a quota 11 (12 tiri per l'Udinese e 14 per i biancocelesti). Passando per un momento ai singoli, i cinque giocatori che hanno effettuato più conclusioni durante il match sono: Immobile (5), Lovric (4), Beto (3), Samardzic (3) e Zaccagni (3).
Per quanto riguarda le statistiche generali, l'indicatore di pericolosità di squadra (che calcola la pericolosità di ogni istante di gioco considerando la posizione dei giocatori della propria squadra, degli avversari e della palla) dell'Udinese è stato 55,90% mentre quello della Lazio è stato di 62,46%. Dato che viene rafforzato dalla pericolosità delle azioni manovrate (55,60% contro 62,45%), ma se prendiamo in considerazione le azioni in transizione i bianconeri salgono a 58,57% contro il 58% dei biancocelesti. L'Udinese, quindi, tiene meno la palla ma è più pericolosa una volta recuperata. Ma allora perché nel secondo tempo la Lazio ha preso in mano la partita? Finite le energie, come lo dimostra il calo del baricentro bianconero dal primo tempo (50,14 metri) al secondo (45,53).
Per concludere, quindi, l'Udinese è riuscita a tenere testa, perdendo poi il match per merito della qualità delle giocate dei singoli di Sarri e per stanchezza degli uomini di Sottil.
Leggi anche - Udinese, l'emergenza infortuni ha evidenziato i limiti della rosa