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L'Udinese con Julio, a dónde vas? Speriamo non in B!

di Paolo Minotti

Come ogni estate che si rispetti c'è un tormentone spagnolo che accompagna le nostre calde giornate, le canzoni di Enrique Iglesias, Luis Fonsi e Alvaro Soler sono le più gettonate e suonate dalle radio. A Udine, da soli due giorni, ovvero da quando è stato annunciato e poi presentato il nuovo allenatore dell'Udinese, lo spagnolo Julio Velazquez, c'è una frase o meglio un pensiero che ha accomunato la maggior parte dei tifosi: si va in serie B.

Vamos in serie B è il tormentone che accompagnerà i tifosi dell'Udinese fino ad inizio di campionato, quando cominceranno le prime partite che contano, quando si potranno fare i primi commenti, quando si attenderanno le prime sconfitte. Si, le sconfitte, non le vittorie, perché ormai l'umore è di quelli rassegnati.

E' una preoccupazione giustificata. Non si tratta assolutamente di quel pessimismo con il quale vengono etichettati i tifosi bianconeri, bensì la sensazione che ha suscitato affidare le sorti dell'Udinese ad uno perfetto sconosciuto con un curriculum professionistico pari allo zero.

Lasciamolo lavorare e poi giudichiamo, si dice, certo, come si è sempre fatto, anzi è proprio il caso di dire che a Udine tutti hanno avuto la possibilità di allenare con estrema tranquillità e serenità, poi però i risultati sono stati impietosi, specie quelli degli ultimi anni.

E allora perché dovrebbe essere un tale Julio Velazquez ad invertire la rotta quando non ci sono riusciti allenatori più esperti e navigati (Colantuono, De Canio, Iachini, Delneri) o dal curriculum calcistico più importante (Oddo, Tudor) ?

La scelta dell'inesperto spagnolo ha spiazzato tutti, andando ancora una volta contro le aspettative dei tifosi, anche se è risaputo che il vero problema è nei giocatori, infatti se non verrà fatta una campagna acquisti mirata a migliorare l'organico della squadra, il tormentone vamos in serie B ce lo porteremo fino alla prossima estate, come i più grandi successi.

E allora che dire? Buona fortuna Velazquez, anzi, suerte!

 


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