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L'ennesima, cocente, delusione

di Jessy Specogna

Delusione: cocente, lancinante. E' questo il sentimento primario all'indomani della brutta sconfitta dell'Udinese contro il Brescia, la terza consecutiva in questo avvio di campionato. La vittoria contro il Milan all'esordio aveva di fatto illuso tutti, ma le sconfitte contro Parma, Inter e contro le Rondinelle di Corini ci hanno riportato alla dura realtà.

Anche quest'anno ci sarà da soffrire, se la vera Udinese è quella imbarazzante squadra di bianconero vestita scesa in campo ieri al "Friuli". Un "Friuli", gremito come nelle grandi occasioni, ancora una volta rimasto deluso dallo spettacolo messo in campo dalla squadra di Tudor. Male, malissimo, l'Udinese. Se contro Parma e Inter quanto meno si era giocato a calcio, la partita di ieri non ha avuto nulla a che vedere con questo sport. Inaccettabile fare solamente un tiro in porta in novanta minuti, in casa, contro una neo promossa e diretta concorrente per la salvezza. Inaccettabile vedere ancora in campo giocatori che in due anni hanno azzeccato forse tre partite, così come è inaccettabile non presentarsi con due punte, in casa, al cospetto di un Brescia sì volitivo, ma non invalicabile. Inaccettabile, poi, un atteggiamento così svagato e passivo da parte di una squadra che era chiamata ad una prova gagliarda tra le mura amiche.

La sconfitta di ieri lascia davvero un retrogusto amaro e tanta, tantissima rabbia. In quattro partite, l'Udinese ha perso entrambi gli scontri diretti disputati, cosa che (sì, la stagione è lunga) potrebbe pesare molto al termine della stagione. L'unica cosa positiva (o negativa, dipende dai punti di vista) è che martedì si tornerà nuovamente in campo per un altro scontro diretto, da non fallire, quello contro l'Hellas Verona, che all'Allianz Stadium, ieri, ha ben figurato, pur perdendo, contro la Juventus.

La sensazione è che contro il Brescia l'Udinese abbia toccato nuovamente uno dei punti più bassi della sua storia recente, ma al peggio, si dice, non c'è mai fine. La speranza di una rivalsa però c'è e permane, così come tanta è la fiducia in Tudor, anche se ieri, nel disastro generale, pure il croato, forse per la prima volta, non si può dire esente da colpe. 


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