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Il paradosso di Delneri: amato, ma non ancora riconfermato

di Federico Mariani

Amato e in cerca di una conferma. Questa è l’ossimorica situazione di Luigi Delneri. Il tecnico dell’Udinese sta attraversando un momento straordinario. È reduce da due vittorie consecutive molto convincenti ai danni di Pescara e Palermo. Ha fermato la Juventus capolista. Ha ipotecato la salvezza con larghissimo anticipo, come non accadeva da anni. E, soddisfazione ancora maggiore, ha fatto tutto questo alla guida della propria squadra del cuore, l’Udinese.

È speciale ottenere grandi risultati con la formazione prediletta. Giocare o allenare il proprio team preferito, quello per cui il cuore palpita maggiormente, comporta sempre una grande pressione. C’è il timore di fallire, di deludere le aspettative personali, ancora prima degli amici e dei tifosi. Non dev’essere stato semplice per Gigi accettare questo incarico e gestire le difficoltà in questi mesi. Già, il cammino è stato tutt’altro che semplice. Delneri ha ereditato un’Udinese in crisi dopo l’esperienza di Iachini. Il gruppo presentava gli stessi sintomi preoccupanti della stagione precedente, terminata al quart’ultimo posto. Il tecnico friulano ha saputo toccare le corde giuste per rivitalizzare la squadra. Fofana, Jankto e De Paul sono state le note più liete di una seconda parte di campionato assolutamente positiva.

Eppure, paradosso dei paradossi, a Delneri manca la riconferma sulla panchina. La trattativa è in corso. Gli elementi a favore dell’allenatore sono tanti. Oltre ai risultati ed alla valorizzazione dei giovani, c’è anche la grande conoscenza di un ambiente divenuto casa sua prima da giocatore e poi da guida tecnica. Inoltre, Gigi ha sempre dimostrato di avere tutto per poter gestire un progetto interessante, fatto di baby talenti da lanciare e senatori da ringalluzzire. Basta semplicemente dargli un’opportunità, una chance. Proprio quello che spesso non gli è stato concesso in altre formazioni per diverse circostanze. Stavolta, se lo meriterebbe, specialmente nella propria terra. Sarebbe anche un bel modo per mostrare che non è sempre vero il detto “Nemo propheta in patria est”.
 


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