.

Il bilancio del mercato dell'Udinese

di Stefano Pontoni

Dopo un mese fatto di trattative, retroscena, affari conclusi e altri mancati, si è chiuso il calciomercato e come ogni sessione che si rispetti è tempo di bilanci.

L'Udinese arrivava a questa sessione di mercato con l'obbligo sistemare una squadra in grande difficoltà. In estate infatti erano stati troppi gli errori, figli di scelte fatte con pressappochismo ed arroganza da una società che aveva dato troppo cose per scontato, pensando più a non sbagliare in Inghilterra. L'obiettivo, almeno in partenza quindi, avrebbe dovuto essere quello di puntellare ogni reparto con almeno un innesto per ruolo data la poca qualità. 

Non si può dire che in questa sessione l'Udinese non si sia mossa. Nelle scorse sessioni invernali infatti il mercato era poca cosa e i bianconeri si erano sempre limitati ad operazioni di contorno, giusto per sfoltire la rosa dagli esuberi. Quest'anno, forse anche a causa di risultati scarsi, i Pozzo hanno compiuto una mini-rivoluzione, bocciando alcuni elementi e puntando su altri.

Ma questa Udinese ne è uscita rinforzata? Halfreddson, Kuzmanovic e Matos sono gli arrivi principali. Come pronto soccorso per una squadra con grossi problemi strutturali è ancora un po' poco ma almeno qualcosa è stato fatto. Certo, i tifosi meriterebbero uno spettacolo migliore, ma non tutte le annate nascono perfette. I primi due comunque sono due centrocampisti di grande esperienza e anche di modesta qualità che di certo possono dare una mano ad un reparto da inizio anno in affanno e povero di idee. Ben vengano quindi arrivi così anche se la politica dell'usato sicuro non pare essere tanto lungimirante. L'attaccante della Fiorentina invece è più una scommessa. Le qualità le ha, la rapidità pure, certo non è un bomber ma almeno può dare un pizzico di frizzantezza davanti. Dopo l'esperienza sbagliata di Carpi a Udine può fare bene. Capitolo a parte per Balic. Questo è un arrivo che da solo vale più di tutti gli altri. Il croato infatti, arrivato vincendo la concorrenza di mezza Europa, ha la stigmate del fenomeno. E' un 1997 è vero ma vedrete che potrà subito diventare importante e un perno nei prossimi anni. 

Si è deciso poi anche di sfoltire, tagliando chi fino ad oggi non aveva reso quanto ci si aspettava. Via allora giocatori come Marquinho e Iturra, errori estivi che si pagano in corso d'opera. Via poi anche Kone. Da un lato cederlo alla Fiorentina dispiace molto, dall'altro forse ci si è liberati di un giocatore che a Udine non ha mai dimostrato le sue qualità. Il greco era arrivato in bianconero per far fare il salto di qualità alla squadra ma praticamente non si è mai visto. In prestito poi è stato ceduto anche Aguirre. Operazione anche questa che ci sta dato che a Udine ha faticato molto a mettersi in mostra. E' giovane e ha bisogno di giocare, il prestito al Perugia non può che fargli bene. Sono stati trattenuti invece, almeno fino a giungo, Heurtaux e Widmer, privarsi di loro adesso sarebbe stato insensato dato che c'è ancora tanto bisogno di giocatori così.

Cosa è mancato? Un attaccante di livello. Di Natale non è più lo stesso, a fine anno vuole ritirarsi e l'occasione di prendere Quagliarella era concreta

In ogni caso rischio più grande non è per il presente ma per il futuro: i Pozzo si innamorano sempre di più del Watford perché giustamente in Premier si fanno affari veri e i tifosi friulani si disinnamorano della propria squadra di calcio. L'Udinese ha regalato pagine di storia importanti e ci auguriamo che continui a scriverle. Anche senza l'eterno Totò.


Altre notizie