Guidolin prudente: "Penso ancora alla salvezza e ho già dimenticato l'Inter. Di Natale..."
Predica prudenza, Guidolin: nonostante la schiacciante vittoria dei suoi contro una grande come l'Inter foraggi l'entusiasmo dei tifosi bianconeri, il tecnico di Castelfranco Veneto rimane convinto che il campionato resti spaccato a metà, con le prime 7 a giocarsi l'Europa e le altre costrette a sperare in qualche passo falso, ma comunque obbligatoriamente concentrate sulla salvezza.
"Questa era la mia tesi e lo rimane, rafforzata anche dai sorprendenti risultati di domenica scorsa. Guai ad abbassare la guardia adesso: dobbiamo dimenticarci l'Inter e pensare solo alla gara di domenica con la Fiorentina, che dovremo affrontare con tanta umiltà".
Mister, dopo il match con la Lazio, giudicato da lei stesso come il più brutto di questa stagione, cos'è scattato dentro di voi?
"Nulla di particolare. Abbiamo perso male una partita e preso coscienza che, giocando in quel modo, di punti ne avremmo fatti pochi. Ci siamo tirati su le maniche e siamo ripartiti a lavorare, ma quelle maniche devono restare sempre rimboccate, sia chiaro".
Dopo di lei, un po' tutti, da Pozzo a Carnevale, hanno chiesto a Di Natale di raggiungere quota 200 gol in Serie A.
"Io l'ho detto solo una volta, e per di più sottovoce: non voglio portare jella"
Totò è il più forte che abbia mai allenato?
"Sì, ora posso dirlo. Ha una continuità che non ho mai visto in nessun altro".
E' un capitano che tratta i compagni come gregari?
"No, questo concetto nel calcio non regge più. Tra l’altro Totò, pur essendo un fuoriclasse, non fa pesare il suo valore in spogliatoio. Non se la tira assolutamente, si sente uno del gruppo come tutti gli altri".
Parliamo di Muriel: è soddisfatto del lavoro sporco fatto contro l'Inter?
"Non ha ancora la predisposizione mentale per farlo, ma dovrà abituarsi. Tutto ciò fa parte del suo processo di crescita: adesso è lui che deve lavorare anche per Totò, un giorno ci sarà qualcuno che si sacrificherà per lui. E comunque, per poter giocare con due punte di quel genere, anche allo stesso Di Natale chiedo qualcosa di diverso"
Come giudica invece il percorso di Heurtaux?
"All'inizio forse si sarà sentito un po' escluso, fuori dal progetto, ma negli ultimi due mesi il suo rendimento è cambiato in modo incredibile. E' stato bravo a sfruttare le poche occasioni che gli ho concesso. Un allenatore ha bisogno di questi imput da parte dei giocatori: un po’ di competizione all’interno del gruppo non fa mai male"
Ha già comiciato a capire Merkel, in allenamento?
"E' un ragazzo con molto talento, credo sia arrivato nell'ambiente ideale per crescere. E' una mezzala che preferisce partire da sinistra, ma può giocare anche a destr. Lo facevo anch'io, ma con una certa classe (sorride, n.d.r.)".
Zaccheroni ha dichiarato che vedendo giocare l'Udinese si nota la mano del suo allenatore.
"Conosco Alberto da una vita: è uno dei migliori allenatori italiani e, anche se riusciamo a vederci poco, lo considero un amico. Proprio per questo i suoi complimenti fanno ancora più piacere".
Messi pallone d'oro per la quarta volta, Del Bosque miglior allenatore: che ne dice?
"Verdetti giusti, a mio parere. Messi viaggia a 90 gol all’anno in un contesto di squadra meraviglioso, che gli semplifica un po’ la strada. Del Bosque ha vinto l’Europeo con la nazionale più forte. Non lo conosco, ma mi sembra una persona saggia, serena e posata".