GSA, vincere per il quarto posto
Anche se Udine non è padrona del proprio destino: dovrà vincere e sperare in buone notizie alabardate dalla terra marchigiana.
In ogni caso l’epica sfida del PalaRubini ha restituito agli scettici la migliore GSA. Trieste soffre le difese arcigne, ed Udine l’ha messa in pratica per cinquanta, lunghissimi minuti sotto gli occhi di 650 tifosi bianconeri estasiati, e del pubblico locale incredulo il quale, siamo onesti, ha offerto uno spettacolo da par suo.
Ma l’A.P.U. non si deve né si può fermare qui: c’è Imola da battere. Formazione imbattibile in casa, l’Andrea Costa di coach Demis Cavina è invece non insormontabile on the road, dove ha ottenuto sinora solo due vittorie ad Orzi e Roseto.
Imola, decima piazza a quota 30, può forse sperare ancora di riagganciare il treno della post-season, ma con così tante formazioni davanti la possibilità è solo teorica. Udine, vincendo, sarebbe matematicamente quinta: Trieste deve espugnare Porto San Giorgio (considerando quasi fatta, purtroppo, la sconfitta interna di Mantova contro Bologna) per garantirsi la prima posizione, ed in questo caso Udine sarebbe quarta se anche Verona battesse Roseto in casa.
Per Udine, i playoff inizierebbero contro Legnano o Derthona, formazioni ostiche ma giocabilissime. Prima di divertirsi, però, c’è da battere la formazione emiliana: solida, raccolta attorno al veterano Bell ed al rimbalzista Wilson, con Alviti, Penna e Prato come guastatori. All’andata Udine, sotto per l’intera gara ma mai così nettamente, avrebbe meritato di portarla quantomeno ai supplementari: solo i poveri direttori di gara non videro, purtroppo, un sesquipedale fallo su Raspino impegnato a tentare la tripla del sorpasso. Fu la prima partita veramente negativa di un Rain debilitato, assenza controbilanciata parzialmente da un sontuoso KayDee e dalle doppie cifre di Andy, Ciccio ed Ous. Quella sera il totem Maggioli ci fece neri sotto le plance, contribuendo a sancire una delle pochissime occasioni nelle quali la nostra batteria nel pitturato sia andata in deficit di carambole (29 contro 31 imolesi).
Oggi è un’altra storia: quella post-season che pareva scontata un girone fa è stata raggiunta vincendo a Trieste dopo diciassette anni abbondanti, ed una gara che sarebbe potuta essere spinosa in caso di Udine a 32 punti anziché 34 viene derubricata a occasione ghiotta per cercarsi una bella in casa nel primo turno di playoff: importante, non vitale. E nel motore si è inserito come un cronografo Virginian Troy Caupain, un signor giocatore che a Trieste ha dimostrato come le sue parole sulla capacità di sopportare la pressione fossero ben ponderate.
Dopo il derby d’andata dissi che il difficile sarebbe iniziato proprio allora; fui facile profeta, Udine sembrava aver dato il massimo proprio quella magica sera di fine 2017. Oggi dico, esattamente al contrario, che domani inizia il bello. Divertiamoci: obiettivo raggiunto, altro step messo lì dalla società di Pedone e del GM Micalich; soprattutto tanto di cappello a coach Lino, che da sempre difendo dai solòni i quali al suo cospetto si sentono tanti piccol(issim)i Popovich senza averne alcun titolo, per come ha preparato la gara di domenica passata.
Si gioca alle diciotto, pochi sospiri dopo la gara decisiva del Friuli fra Udinese e Crotone; dirigono Vita, Foti e Maffei. Radiocronaca, se ritrovo un po’ di voce, sulle frequenze streaming di EffeRadio.
Riempiamo il Carnera: il Pres, il GM, lo staff ed i ragazzi lo meritano.