GSA-Tezenis, al Carnera vince il basket
Diciamoci la verità: avesse vinto Verona, avremmo applaudito la loro prestazione.
Invece alla festa della pallacanestro prevale Udine. Come dicevamo niente ribaltamento della differenza canestri diretta: foss’anche successo, sarebbe probabilmente cambiato poco visto che l’ultima partita dei gialloblu in casa è decisamente più agevole di quella friulana a Treviso. Anche se Cento sta ancora lottando per sopravvivere…
Una partita dall’inizio straordinario: dopo 10’ Verona è sopra 31-27, ma le due squadre hanno un combinato disposto da oltre l’arco di 14/20: 70% di triple realizzate, roba da basket vero. Simpson e Vujacic come i robot-tiratori infallibili della Toyota.
Assoluti protagonisti, Trevis e Sasha. Simpson, troppo frettolosamente etichettato come bidone, ha mostrato scampoli da Eurolega; nel primo quarto Vujacic lo fa nero (14 punti), poi 'Trev' si fa via via più resiliente (grazie anche all’apporto difensivo di Amici) e il ragazzo di Maribor sarà costretto a realizzare solo 8 punti nei restanti trenta minuti.
In attacco invece l’ex-Féhervar mette 24 pezzi con il 65% al tiro dal campo, senza tiri liberi e con un 60% da tre di assoluto rilievo. MVP definitivo, distanza siderale dal secondo nella potenziale graduatoria.
Altrettanto protagonista Lorenzo Penna: nel giorno dell’assenza di Spongi, scavigliato e indisponibile, Lollo mette 4 triple col 100%, imposta bene la squadra, si dimostra sveglio (Amato lascia correre la palla su una propria violazione di campo, Lorenzo lo segue, ruba la sfera e realizza davanti all’infuriato Dalmonte).
Verona è una bellissima squadra, che con un coach un pochino diverso e un Ferguson meno in vacanza perderebbe da quasi nessuno. A me Dalmonte piace: è furbo, esperto e capace, ma il suo treno veronese pare arrivato al capolinea.
Detto di Sasha, sul fronte ospite solita solida prova di Amato; Candussi rivedibile, parso appesantito rispetto al Franz che ricordavo. Discreto Poletti, il resto un pochino sottotono.
La GSA invece trova ancora un buon Powell, al netto di qualche sbavatura offensiva. Sotto le plance vince 35-29 concedendo solo otto rimbalzi offensivi, segno che Ciccio e soci hanno lavorato bene. Miglior rimbalzista friulano il solito pimpante Nikolic, ormai sempre di più beniamino del Carnera e partito in quintetto-base come vice-Cortese.
Udine chiude la regular season casalinga con una vittoria di spessore; con 18 vinte ha già raggiunto il traguardo conseguito l’anno scorso, con la differenza che quest’anno il campionato presenta tre squadre appena sotto quota 50 (Trieste vinse la regular passata con 44), poi Verona e Udine, mentre da Forlì (sesta con 30) a Imola (decima a quota 24) ci sono 6 punti. Tanto per dire, Ravenna fu fuori dalla post-season a quota 34…
Sic stantibus rebus, Udine troverebbe Casale agli ottavi di finale; squadra differente da quella che giunse in finale lo scorso anno, comunque formazione pericolosa. Oggi però Udine si guadagna il fattore campo a favore, per cui la situazione è ribaltata rispetto alla scorsa stagione.
Vi parrà incredibile ma giudico eccellente la prova dell’arbitro Brindisi: sicuro, autorevole (non autoritario) riesce a colmare alcune mancanze di Centonze e Perocco, corretti ma non sempre irreprensibili. Complimenti a lui.
È stata, insomma, la miglior gara dell’anno al PalaCarnera: da tutti i punti di vista. Abbraccio uno per uno i giocatori delle due formazioni, perché gare come queste rendono il nostro sport assolutamente irresistibile.