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GSA, contro Ferrara vincere sì o sì

di Franco Canciani

Già: ho fatto mio il motto del buon don Julio, salmantino romantico dal destino bianconero infausto: quando sosteneva la necessità di certe meccaniche, azioni, destini se ne usciva con un ‘sì o sì’.

E quindi vincere ‘sì o sì’, per la GSA che ha metabolizzato il ‘tatuaggio’ sardo, al rientro al PalaCarnera dopo due trasferte non particolarmente brillanti.

Di scena all’impianto di Rizzi la Kleb Ferrara di Andrea Bonacina, ex-vice di Alberto Martelossi e promosso a coach incaricato lo scorso gennaio, quando il d.s. Pasi giubilò Martello.

La squadra emiliana gira tutta intorno a quattro pedine fondamentali: la coppia straniera Swann (ex-Treviso) e Mike Hall, il centrone livornese Fantoni e l’ex-Bergamo Panni, che ci ricordiamo all’epoca della serie che sancì la vittoria bianconera nel proprio girone di serie B.

Questo quartetto timbra il 65% della produzione offensiva estense, supportati in maniera meno significativa dall’ex-arancione Molinaro, da Liberati, Barbon, De Zardo e Zampini che giocano in media fra 20’ e 24’ quando i senatori di cui girano attorno alla mezz’ora d’impiego, con la punta dei 37’ di Hall.

Proprio il 34enne ex-Olimpia Milano è in dubbio: dopo aver saltato la gara contro Verona a causa di una caviglia in disordine, il ragazzo di Chicago (Palos Heights) sta cercando di bruciare le tappe per rientrare già domani sera nella gara di Udine. Troppo importante la sua presenza per gli equilibri di coach Bonacina.

Il pericolo pubblico? Ovviamente l’incostante Isaiah Swann. Il play di San Diego oscilla fra i quarantelli e punteggi più modesti, e dopo aver messo a referto 44 pezzi contro Verona è atteso alla riprova. Il 33enne già a Imola ad inizio carriera ha purtroppo bruciato molte occasioni proprio mancando del tutto di consistenza nel rendimento, alternando (esattamente come quest’anno) gare spettacolari a pause di riflessione che, l’anno passato, hanno spesso disperato un sant’uomo come Pillastrini.

Udine ha una sola chiave per vincere: rilassarsi, giocare al basket, correre meglio di come ha fatto a Cagliari e Jesi e soprattutto sfruttare meglio le proprie torri nel pitturato: Powell ed Hall potrebbero anche fare match pari, ma Chris e Ciccio devono assolutamente osare di più rispetto a quanto fatto nel recente passato. Pellegrino ha un fisico che esige una diversa presenza in area; Mortellaro lo conosciamo, a Trieste direbbero zogadòr paziente nel senso che con esperienza prevede dove la palla andrà a finire, in caso di errori al tiro dagli esterni, e senza saltare troppo conquista rimbalzi decisivi.

Sabato scorso Johnson ci ha fatto male proprio perché Udine non lo ha visto, lasciandogli agili 16 punti facili e concedendo al ragazzone del ‘Tucky una lunga serie di liberi. La gara prima era stato Toté, buon giocatore per l’amor d’Iddio, a infilare 18 decisivi punti nella retina friulana. Attenzione, concentrazione e presenza.

Powell e Cortese, infine, devono riscattare uno ‘il minuto del matto’ patito a Cagliari; l’altro una gara sottotono chiusa facendosi cogliere in ‘fallo’ dalla (corretta) provocazione sportiva dell’avversario.

Soprattutto sentirsi dentro, meritarsi l’urlo del pubblico che come sempre sarà da soldout anche sabato sera: la sconfitta non dev’essere contemplata, pur nel rispetto di una squadra che ha perso spesso di misura (supplementari contro Forlì in casa e filo-di-lana contro Verona, ad esempio).

Palla a due alle 20:30; fischiano (ancora) Dori, Gagno ed Almerigogna. Radiocronaca dalle onde-web di EffeRadio, se a chi Vi scrive tengono cuore e voce.

Ultimo paragrafo: uno dei nostri eroi torna in Italia, ingaggiato dai fratelli mantuani. Tere tulemast tagasi, Rain.


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Venerdì 13 dicembre