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Granada adios, ma l'Udinese? Ecco qualche possibile scenario

di Federico Mariani

Terremoto Pozzo. Forse sì, forse no. Sicuramente la notizia della trattativa per la cessione del Granada al gruppo cinese Desports per la cifra di 37 milioni ha fatto non poco rumore. È stata una decisione inaspettata, visto che per la famiglia friulana è sempre stato un motivo di vanto possedere tre squadre su buoni livelli. Non a caso, nella scorsa stagione, le salvezze di Udinese e Granada in Italia e Spagna, unite alla promozione in Premier League del Watford, sono state un traguardo incredibile: tre formazioni appartenenti ad un’unica proprietà, militanti nella massima categoria del proprio paese. In molti hanno elogiato ed esaltato il modello calcistico dei Pozzo. Un anno dopo, queste squadre si sono confermate e nulla faceva presagire la decisione di lasciare il mondo del pallone iberico, dopo solamente 7 anni dall’acquisto della società andalusa.

C’è chi, a torto o a ragione, intravvederà in questa scelta dei friulani un modo per lasciarsi alle spalle la vicenda della querelle sulla presunta evasione fiscale, scoppiata tra Italia e Spagna, in cui figurava coinvolto il Paron. Forse, invece, c’è la volontà di intraprendere una nuova strada. Ma non è detto che questo cambio di programma sia positivo per l’Udinese. Infatti, la cessione del club andaluso potrebbe anche essere l’antipasto per l’addio alla società bianconera, puntando solamente sul Watford. Scelta non priva di fondamento, visto che, in questo momento, il campionato inglese offre maggiori guadagni e più possibilità di emergere, rispetto alla realtà italiana piuttosto chiusa e limitata a poche grandi squadre. A rimetterci però potrebbe essere l’Udinese, confinata a “club satellite” ed in evidente involuzione nelle ultime stagioni. E tutto ciò nonostante la Dacia Arena. Il nuovo stadio doveva segnare una svolta importante per i bianconeri ma così non è stato, anche per colpa di un mercato deficitario, che, forse, ha qualche ragione più profonda.

A proposito di Dacia: pare che non sia solo l’azienda automobilistica ad essere interessata al progetto friulano. Sono sempre più insistenti le voci che accostano l’Udinese al marchio Red Bull. Il colosso delle bibite energetiche sembra intenzionato a sbarcare anche in Italia, dopo le esperienze in Austria con il Salisburgo o negli Stati Uniti con il New York (in cui è proprietario di squadra e stadio), in Germania con il Lipsia (dove gestisce solamente il campo di gioco). E in Friuli potrebbe anche ripetersi quanto fatto con la società calcistica della città nativa di Mozart o con la città più famosa d’America. In quest’ottica, la costruzione della Dacia Arena potrebbe essere proprio un incentivo per la Red Bull o per altri eventuali acquirenti a farsi avanti, anche considerando il costo non eccessivo per rilevare la società friulana. Dunque c’è la possibilità che i Pozzo lascino ma per l’Udinese c’è anche il rischio di perdere l’identità costruitasi nel corso della sua storia, cedendo il posto al business di una grande azienda. E questo sarebbe indubbiamente una grande sconfitta per ciò che il club bianconero ha rappresentato in tutti questi anni.

Ci sono anche altre ipotesi: si parlava pure dell'interesse di un gruppo asiatico simile a quello che dovrebbe rilevare il Granada. Le quotazioni di un'Udinese cinese sembrano in ribasso dopo la notizia dell'interesse di Red Bull.  Potrebbe anche rimanere totalmente friulana sotto la gestione Pozzo, ma il periodo di vacche grasse pare essere passato. Dunque, per qualche tempo, il club di riferimento potrebbe essere realmente il Watford, con l'Udinese confinata ad essere una realtà subalterna. Tutto sarà più chiaro a partire dall'estate. Il mercato sarà indicativo e non si escludono anche grosse novità societarie.

 


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