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Gino Pozzo fa mea culpa: "Mi assumo la responsabilità di questo momento. Colantuono resta"

di Federico Mariani

Se le cose non vanno per il verso giusto, la responsabilità è tutta mia: vuol dire che dovrò metterci più tempo e soldi". Così, nel corso di un’intervista rilasciata in esclusiva al Messaggero Veneto, Gino Pozzo si assume le proprie responsabilità per il momento negativo dell’Udinese, incapace di vincere una gara dal 6 gennaio e sprofondata nelle parti basse della classifica. Tuttavia il dirigente friulano non ammette che si parli di un disinteresse della sua famiglia per la squadra bianconera: "Non è vero che siamo una società allo sbando, non siamo arrivati a Udine due giorni fa. Il rendimento della squadra da otto gare a questa parte è deludente e capisco il rammarico dei tifosi. Ma non accetto che si dica che da parte mia, della mia famiglia, non ci sia più interesse per l'Udinese. Sono friulano e orgoglioso di esserlo, non è vero che siamo pronti a gettare nel cestino un giocattolo rotto". Nessuna preferenza per il Watford a discapito dell’Udinese: "Ricordiamoci che io ho sempre agito dall'estero".

Ora l’obiettivo è la salvezza da raggiungere il prima possibile e Gino Pozzo si mobilita in prima persona: “Devo capire cosa non funziona e aiutare Colantuono. La cura sarà rapida ma qualcuno dovrà riprendere la tromba in mano e rimettersi a suonare".

In ogni caso Colantuono rimarrà al suo posto perché Pozzo vede una squadra disposta a seguire i consigli del tecnico: "Non ho mai considerato l'esonero di Colantuono. Ho rispetto del suo lavoro e sarò qui per aiutarlo. Il Granada ha cambiato allenatore perché Quique Pina ha visto una squadra piatta in campo, l'Udinese non è così".

Infine Pozzo conclude con una promessa: "Non vogliamo vendere l'Udinese, è il club chiave della nostra attività. Io qui voglio investire ancora, non scappare".
 


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