ESCLUSIVA TU - Lardo il coach della rinascita: "All'APU percorso importante. Ho centrato l'obiettivo di riportare Udine nel basket che conta"
Quello di Lino Lardo all'APU è stato un lavoro immenso. Con lui Udine ha completato step importanti e difficilissimi di crescita: uscire dalle pastoie della serie B; ritrovare l'entusiasmo della Udine baskettara, spento da qualche anno di serie minori. Grazie a lui Udine ha prima mantenuto con agilità la categoria, poi raggiunto nella sua seconda stagione di A2 le F8 di Coppa Italia e i playoff in posizione invidiabile: quarta nella regular season, eliminata ai quarti confermandosi tra le migliori otto squadre della lega. Un piacere ritrovarlo ai nostri microfoni per un viaggio tra passato e presente.
Come sta coach?
"E' stato un periodo duro ma posso dire che sto molto bene. Ho accetto come tutti la quarantena, ho cercato di approfittare del tempo libero per migliorare il mio inglese e per visionare alcuni giovani interessanti. Il peggio speriamo possa essere alle spalle".
Quest'anno aveva ricominciato alla grande a San Severo.
"Avevo molto voglia di rientrare. Quando mi hanno chiamato a gennaio sono stato un po' titubante, poi conoscendo la storia di San Severo, sapendo che è una piazza di grande tradizione e con molta passione, ho deciso di intraprendere questa avventura. Ho trovato una squadra sì un po' sfiduciata ma allo stesso tempo molto vogliosa di risollevarsi. Dai bassifondi siamo risaliti, avevamo preso un bel ritmo ed eravamo in lotta per l'ottavo posto, un traguardo impensabile quando sono arrivato. Potevamo crescere ancora, un peccato che la stagione si sia interrotta così".
Come e quando potrà ripartire il basket?
"Siamo di fronte ad un vero autentico dramma. Ognuno di noi spera di tornare presto in campo. Non sono tanto fiducioso, vedo tante difficoltà nel portare la gente dentro i palazzetti. Difficile poi che le squadre siano in grado di rispettare le tante norme di sicurezza. Si potrà ricominciare solo quando si potrà garantire la sicurezza di tutti, dagli atleti, allo staff, fino ai tifosi. Non credo che prima del tardo autunno si possa riprendere. Ad oggi vedo soltanto una ripresa degli allenamenti individuali, il resto è tutto un punto interrogativo".
Come vede la possibilità di una ripresa a porte chiuse?
"Iniziare a porte chiuse per me è una proposta assurda. Gli incassi dei botteghino sono fondamentali per molte squadre, senza tifosi il basket rischia di non sopravvivere"
Può essere questo il momento giusto per una riforma generale?
"Se ne parla da tanti anni. Quello che per me conta è che si torni a dare importanza ai giocatori italiani. I nostri giovani devono avere più spazio se vogliamo che il movimento abbia un futuro. Ci sono tanti ragazzi interessanti, di qualità, vanno fatti giocare. Non è possibile pescare sempre giocatori da fuori, questo momento di difficoltà spero faccia capire alle società che è importante far crescere i giovani del vivaio".
Cosa ne pensa della possibilità delle wild card per la A1?
"Il salto di categoria per me va sempre conquistato sul campo. Oggi oggettivamente però la situazione è molto diversa. Con la possibilità che alcune squadre non ce la facciano economicamente a sopportare un campionato di A1 sarebbe forse anche giusto premiare alcune realtà di A2 che si possono permettere la massima serie e che danno garanzia alla Lega di essere delle certezze".
Riportare Udine nel basket che conta, obbiettivo centrato.
"Quando incontrai per la prima volta il presidente capii subito che quello di Udine era un progetto davvero importante. Nonostante la B ho subito accettato, la mia voglia era quella di riportare una piazza di grande tradizione ad alti livelli. Sono orgoglioso di esserci riuscito. In bianconero ho vissuto delle stagioni davvero belle e ricche di soddisfazioni".
La sua ultima Apu è quella che più si è avvicinata al salto. Cos'è mancato?
"La squadra stava facendo un percorso importante, in linea con quelle che erano le ambizioni della società. C'è il rammarico di quella tripla di Raspino che ci poteva portare a gara 5 a giocarcela. Abbiamo trovato Casale che era una delle squadre più toste e più in forma, la migliore del campionato. Sono soddisfatto di come ci siamo giocati quella serie. Quella stagione comunque portò l'Apu a consolidarsi nelle aree alte della classifica. Quella squadra secondo me aveva dei valori e lo ho dimostrato fino in fondo".