È un'Udinese tostissima: prima incassa, poi sfiora il colpaccio!
È una frizzante serata di fine ottobre quella che ha fatto da cornice alla sfida tra l’Udinese di Gigi del Neri e il Torino di Mihajlovic al Friuli di Udine. È stata Copiosa e calorosa la presenza di pubblico sugli spalti, accorsa in massa ad assistere e a spingere con rinnovato entusiasmo la compagine friulana. Allo stadio si respirava un bel clima, un atmosfera di nuova fiducia nei confronti i una squadra, l’Udinese, che ha raccolto 6 punti nelle ultime due partite, a dispetto di un Torino che invece era reduce dal pareggio con la Lazio e dall’ancora bruciante sconfitta di Milano contro la ‘pazza’ Inter di De Boer. Si preannunciava dunque uno scontro a viso aperto, senza esclusione di colpi, vuoi per la volontà dei friulani di confermare l’inversione di tendenza, vuoi per lo spirito granata di rivalsa: e scontro aperto, come in un’incontro di boxe, si è assistito in particolare nel secondo tempo.
Nella prima frazione Del Neri ha scelto di mettere in campo la formazione tipo, un 4-3-3 con il trio offensivo De Paul, Thereau e Zapata, speculare allo schieramento dell’avversario Mihajlovic, che poteva contare sulla qualità i Ljajic e la potenza di Belotti. Squadra fisica, oltre che tecnica, il Torino, ed ecco che allora la squadra friulana propone in mezzo al campo il duo Fofana-Jankto, a dare corsa e fisicità in un reparto governato dall’esperto Kums. Ma il primo tempo è quasi tutto delle Torino. Gli undici granata si muovono bene, eludono il pressing poco organizzato dei bianconeri e sfruttano gli inserimenti tra le linee di Benassi e Baselli, oltre che i movimenti imprevedibili di un Adem Ljajic apparso in gran forma. Ed è proprio su queste situazioni che il Torino trova il vantaggio al primo vero affondo. Ljajic imposta sulla trequarti, serve Belotti che trova il corridoio per Benassi. Il centrocampista granata, a tu per tu con Karnezis non si fa ipnotizzare e trova l’angolino vincente. E con questo si può riassumere il primo tempo: il Torino mette in difficoltà un Udinese poco attenta ogni qualvolta punta il campo centralmente, costringendo ad improbabili chiusure difensive Danilo and Co, tanto che è Karnezis a mantenere in vita l’Udinese su una conclusione ravvicinata di Belotti. Quanto a produzione offensiva, a poco servono gli strappi nello spazio di Fofana e Zapata: insomma, un’Udinese senza idee, poco ordinata e in balia del ritmo imposto dagli ospiti.
Ma la musica cambia radicalmente man mano che la partita s’inoltra nel secondo tempo: Del Neri sostituisce De Paul e Kums con i più vivaci Perica e Hallfredsson. Sostenuta dal proprio pubblico i biaconeri trovano un po’ casualmente il pareggio alla prima conclusione verso la porta. È Thereau a chiudere in rete un cross di Widmer, e da questo momento lo scontro si accede Accelera l’Udinese che trova il raddoppio su calcio d’angolo con un Zapata in gran forma. La partita è ora bellissima, con le squadre lunghe che concedono spazi e occasioni da rete. È Ljajic a trovare il pareggio su una bella conclusione a giro di mancino, poco ostacolato dai giocatori di casa. La partita si avvia verso la conclusione, tra contropiede e ripartenze alla ricerca del goal vittoria. L’occasione più grande è sui piedi di Zapata, il cui destro gela Hart prima di sfiorare il palo della porta granata.
È un’Udinese a due facce quella che abbiamo ammirato questa sera al Friuli. Succube il primo tempo, passiva, ma propositiva e aggressiva nel secondo. A Del Neri il merito di aver azzeccato i cambi e di aver spinto la squadra a ribaltare una partita che dopo 45’ era fuori controllo. Un cambio di passo evidente, quello della seconda frazione, che fa pensare allo stato di forma dei neo-acquisti Kums e De Paul, in evidente stato confusionale, e fa ben sperare in Perica, capace di dare vivacità alle azioni offensive e attacco degli spazi. L’Udinese c’è, e anche stasera ha urlato forte presente, con una reazione e una quasi impresa che avrebbe lanciato la squadra ancora più avanti in classifica. Il pareggio lascia buone sensazioni e fiducia rispetto alla tenuta mentale di una squadra finalmente ritrovata. Ancora da registrare la fase difensiva, che ha mostrato crepe quando attaccata dalla potenza di fuoco di franchigie come il Torino. Si conferma invece micidiale l’undici friulano quando, dopo aver fatto uscire gli avversari, cerca la stoccata negli spazi grazie alla forza e alla corsa dei vari Zapata, Fofana e Badu. Ancora sono da oliare molti meccanismi, ma la formazione che sta prendendo forma tra le mani sapienti di Del Neri sembra lontana dalle brutte figure dei passati mesi. Gioca, lotta, le prende, ma le ritorna e cerca il K.O da infliggere al malcapitato avversario. Avanti così, e le soddisfazioni, per un pubblico friulano ritrovato, non potranno mancare.