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Derthona vince meritando, lunedì gara-4. Tutte le carte sono ancora a nostro favore

di Franco Canciani

Derthona merita la vittoria di stasera: ha avuto più freddezza, più precisione e un pizzico di fortuna che si è guadagnata senza rubare nulla.

Pansa l’ha studiata bene e, come promesso dopo gara-2, ha chiesto di più ai suoi sotto le plance. La GSA ha una batteria di lunghi nettamente superiore, ma perde la lotta ai rimbalzi 36-45 con un Sorokas devastante (doppia doppia per lui, 14 punti e 17 carambole). In particolare l’A.P.U. perde di vista proprio il lituano quando in lunetta Alibegovic (altro protagonista di giornata) sbaglia il libero del -1, lasciandoli il rimbalzo che permette ai suoi di impattare un vantaggio, quello friulano, arrivato dopo una rincorsa entusiasmante.

Dopo un primo tempo (e parte del terzo quarto) passato a spadellare da tre, infatti, la GSA aveva trovato una serie di triple incredibile, che avevano cancellato 15 punti di disavanzo portandosi avanti di tre punti con una bomba di tabella di Bushati; da lì in poi Tortona mette la freccia, sfrutta qualche disattenzione di troppo e la vince.

Oltre ai rimbalzi, sono i liberi a condannare la formazione di Lardo: 11/22 a tempo fermo sono numeri da far rabbrividire. Undici punti che sono pesati come un macigno, soprattutto perché (vedasi lo 0/4 di Mortellaro nel qurto decisivo) hanno frustrato il rientro udinese nei momenti nevralgici della gara. Onestamente non credo dei professionisti sappiano tirare così male dalla lunetta, né che sentano il peso del pubblico avversario: caldo, sì, ma la palestrina vogherese non era proprio il PalaDozza. Non si invochi il miedo escénico, bisogna cercare dentro di sé la concentrazione che serve a conseguire medie più adeguate.

Ottimi Bush e Dykes, quest’ultimo menomato da una botta ricevuta allo scadere del terzo periodo dopo la tripla realizzata; bentornato Mauro Pinton, che ha difeso bene e segnato tre pesantissime bombe; non buona la gara sotto le plance, dove Chris, Ciccio e Diop si sono fatti sopraffare da Sorokas, dall’eroico Garri e anche da Quaglia, nei pochi minuti concessigli in campo. Non determinante come tre giorni fa Nobile, a corrente alternata Benevelli e ancora sottotono Caupain, dal quale ci si attende di più.

Niente è perduto, ma sarebbe stato meglio chiuderla subito come han fatto Trieste, Bologna, Casale e Verona. Soprattutto perché anche stasera Tortona ha schierato fondamentalmente cinque, sei giocatori che hanno totalizzato mezz’ora di gioco a testa, con Sorokas e Mirza impiegati per 38’. Avere profondità di roster, però, serve poco se si concede all’avversario di giocare il basket che vuole nella maniera in cui vuole.

Dell’arbitraggio non parlo: in particolare di Longobucco, decisamente inadeguato al compito preposto. Mi debbo rassegnare, il livello è questo e pochi fanno eccezione.

Fattigli i complimenti, infine, vorrei porre una domanda a coach Pansa; egli è apparso sicuro di sé, nelle sue dichiarazioni post-gara-2, quando diceva dove i suoi dovevano migliorare: così è stato. Gli chiederei quanto sia difficile spiegare a Melvin Johnson come si stringa la mano all’avversario alla fine di una gara. Dev’essere complicato, visto che sopra di sei punti a sei secondi dalla fine, chiama minuto di sospensione (che Udine rifiuta giustamente, rimanendo in campo) e alla ripresa l’americano congela la palla. Forse Johnson non ha capito lo schema spiegato dal coach piemontese, ed ha preferito abbozzare. Si scherza, ma il fairplay sta da un’altra parte.

Ci sentiamo lunedì. E Udine mi deve mostrare che si merita Casale. Anche per darmi un piccolo contentino: dato che, a differenza di quanto pensino quelli che mi definiscono un leccaculo al soldo della GSA e del suo presidente, non godo alcuna priorità, né sotto forma di dazione, né di prelazione su interviste o altro. Io ho una faccia, un nome ed un cognome: nascondersi dietro ai nickname  per parlar male di coloro i quali non la pensano come noi è da sfigati, e uso questo termine a bella posta. Sbaglio? Lo ammetto. Ma l’anno scorso, quando parlai di Roseto-Udine, dissi semplicemente la verità. E anche chi laggiù, in alto-in alto, mi accusò pubblicamente lo ha capito ex-post.

Forza, GSA: siamo ancora 2-1 e tutte le carte sono a tuo favore. Ma per cortesia, si giochi alla pallacanestro in tutti i suoi fondamentali.


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