Dentro il mondo di Jurgen: perché Ekkelenkamp è il jolly dell'Udinese
Un giocatore che sta ritrovando la brillantezza vista ai tempi dell'Ajax: Jurgen Ekkelenkamp è sempre di più il jolly di questa Udinese. Lo sa bene Kosta Runjaic, che lo ha aspettato in estate dopo l'infortunio e ora difficilmente lo toglie dal campo.
L'olandese incarna perfettamente le caratteristiche tecniche (e soprattutto fisiche) che l'allenatore tedesco richiede per il suo centrocampo: corsa, dinamismo e qualità con la palla tra i piedi. Il gol con il Napoli, e che gol, è la ciliegina sulla torta di un crescendo di prestazioni iniziato qualche settimana fa. Contro il Genoa, per esempio, è stato tra i migliori dei friulani e Runjaic sa che può utilizzarlo in diverse posizioni.
Esterno nel 4-4-2 è il ruolo dove, forse, abbiamo visto la sua miglior versione (anche se è stato un esperimento durato decisamente poco) ma è da mezzala che può fare il salto di qualità. Una posizioni ibrida, possibile anche grazie a Karlstrom che dà equilibrio al reparto, che gli permette in fase di non possesso di essere sempre il primo ad alzare la linea del pressing e, una volta riconquistata la palla, di giocare leggermente allargato sull'esterno per creare superiorità numerica sulla fascia e mettere in difficoltà la difesa avversaria. E poi, sembra strano da dire, accompagna l'azione.
La gara contro il Napoli è stata l'esempio perfetto di ciò. Con un Bertola chiamato principalmente a contenere Neres, e non avendo la propensione tipica di un esterno puro, è stato proprio Ekkelenkamp il giocatore indicato da Runjaic a occupare lo spazio di centro-sinistra nella trequarti di campo offensiva. Un jolly che difficilmente perderà il posto una volta che rientrerà Atta, un uomo che caratterialmente è amato da tutti i compagni.
Dentro il mondo bianconero, Jurgen è un ragazzo riservato ma disponibile. Il classico vicino di posto nello spogliatoio che tutti vorrebbero avere. Tutti ne parlano bene, ma la cosa principale che sottolinea la sua persona è il sorriso nei volti delle persone quando si parla del classe 2000. E questo è anche il bello del calcio.