Delneri si racconta: "Per me è un onore allenare l'Udinese. Da friulano resto qui sicuro!"
Abbiamo incontrato questa mattina mister Gigi Delneri. In una lunghissima intervista tra passato, presente e futuro, in esclusiva per Tuttomercatoweb.com, il tecnico dell'Udinese si è raccontato, svelandoci anche una bellissima notizia riguardante la sua conferma alla guida dei bianconeri.
"L'obiettivo è chiudere il più in alto possibile. Ora abbiamo raggiunto l'obiettivo importante, consolidando la permanenza e lanciando giovani in modo ampio e concreto. Ora giochiamo domenicalmente senza porci obiettivi. Affrontiamo il Torino che ha obiettivi diversi dai nostri come la Sampdoria, se facciamo un calcolo combattiamo con squadre costruite diversamente da noi ma vogliamo ottenere il massimo. L'obiettivo nostro era la salvezza: arrivare noni o decimi sarebbe fantastico ma dovremo essere perfetti".
Sui giovani dell'Udinese. "Sono cresciuti tutti, giovani d'età e come esperienza in Serie A. Jankto, Fofana, Samir, sono al primo anno in Italia, al primo anno in cui hanno trasformazioni tattiche, di intensità mentale diversa. Però sono ragazzi giovani, dai 19 ai 22 anni, che stanno dimostrando di valere molto e la politica societaria è sulla strada buona".
Sulle voci di mercato e su chi è pronto per una big. "Nessuno, così me li tengo tutti... E' quel che vuole la società: l'intenzione è quella di costruire una squadra che possa avere un livello importante in futuro. Se ci sarà qualche cessione inevitabile sarà per poter dare opportunità ai ragazzi di rendere al top in una grande squadra e per la società per avere energie per produrne ancora. Però non vogliamo smantellare ma costruire un futuro importante con loro".
Sul futuro dei giocatori e su Duvan Zapata. "Non dipende da noi su Zapata ma dal Napoli. E' in prestito secco, torna a Napoli, i parametri economici sono fuori da quel che può spendere l'Udinese per prendere un giocatore. Ci sono situazioni complicate: il giocatore è andato con la Colombia, il valore è aumentato e l'Udinese ha altri obiettivi. Se me lo prendono, sono felice, ma l'obiettivo del club è prendere giocatori in via di formazione e costruirli, non prendere ragazzi da grandi squadre e portarli qua".
Su Meret titolare il prossimo anno. "Ora abbiamo un titolare importante come Karnezis, abbiamo provato Scuffet che ha fatto un ottimo esordio contro il Palermo. Udine è una cantera di portieri di qualità, il futuro sarà legato al mercato ma ci sarà attenzione su quel che vorremo fare e ottenere. Se Meret o Scuffet avranno richieste, le valuteremo ma abbiamo Karnezis che è una sicurezza per il futuro, poi un giovane non certo male come Perisan. La scelta non manca per partire con un portiere affidabile".
Sul passato: si riparte dal Chievo dei miracoli. "Siamo cresciuti tutti da allora. Mi sento sempre con Perrotta, con Corradi, con Corini, Moro, D'Anna, Zanchetta, Longo, Legrottaglie. Allenano tutti e ho detto 'ragazzi calmi che la torta è piccola'... Sto scherzando, ma è vero che quell'annata ha portato buoni allenatori. E' stata una scuola importante, un'annata fantastica. Non nasce più, è illusorio pensare che nasca un altro Chievo nel mondo. E' un borgo che ha lottato con le grandi, è Davide contro Golia. E' diverso dal Leicester, che è un agglomerato più ampio. Ha combattuto con le grandi ad armi pari ed è uscito vincente".
Sul Porto e sulla Roma. "Anche alla Juventus è stata un'annata particolare... Dipende dai tempi in cui vai nei posti. Abbiamo fortuna e fortuna di andare e arrivare nei momenti giusti o sbagliati".
Sulla Juventus. "E' cambiato tutto, era giusto fosse così. Le esperienze ti segnano, ti aiutano a conoscere ambienti importanti e vedi come lavorano, che mentalità hanno. Dal negativo si prendono delle positività, ho appreso tutto dal Teramo, dal Ravenna, dal Partinico oltre che dalle altre grandi che ho allenato. Tutte lasciano dentro qualcosa, servono anche i momenti meno felici per avere energia per scegliere e per fare le scelte giuste. Porto, Roma e Torino, sono tre piazze a cui non puoi dire di no, sono tre punti di arrivo fantastici. Poi, quando non raccogli risultati, queste annate diventano importanti comunque per il futuro".
Sulle milanesi. "Sì, è vero, potevo allenare il Milan. C'era stato un pensiero futuristico, poi si sono scatenate altre cose. Il Milan stava cambiando nell'annata, c'è stato un mezzo approccio, poi scelsero Ancelotti e fecero una scelta importante e non certo male".
Su chi l'ha impressionato in Serie A. "Il Napoli, perché somiglia a quel che piace a me. Quando gioca veloce, quando attacca gli spazi, ha il gioco che piace a me. Poi la Juventus per tipo di mentalità: è la più preparata, calcisticamente cattiva, ha una struttura organizzata, mi piace la mentalità vincente. La Roma ha difficoltà dettate dal fatto che vogliono ottenere tanto ma serve del tempo; adesso ha meno continuità della Juventus ma gli scontri non sono tanto impari. Se la giocano, la Roma sta crescendo in modo importante e non è lontana. Per arrivare alla Juventus, serve il tempo che ha avuto la Juve. Napoli e Roma possono ambire a qualcosa di importante, poi la Lazio sta facendo bene quest'anno. Poi l'Atalanta: ha ottime idee di lavoro, ha un passo importante, ha saputo crescere il settore giovanile e mettere in piedi un lavoro che sta dando soddisfazione a chi ci ha creduto e ai giovani che stanno venendo fuori".
Sulla cantera dell'Atalanta. "Quando ero a Bergamo, sono cresciuti Bonaventura, Zaza, Gabbiadini, giocatori che erano in prima squadra. Ne hanno sempre sfornati, anche Consigli, tutti ragazzi che hanno dato lustro al settore giovanile di una squadra che non ha mai smesso di sfornare ragazzi".
Sul futuro di Delneri. "Da friulano resto qui sicuro, abito ad Aquileia... Con la società ci siamo trovati in sintonia, penso che questo andrà avanti se non capiterà qualcosa di inopportuno. Per me è un onore allenare l'Udinese, è un piacere lavorare con la famiglia Pozzo. Da parte mia c'è la voglia di andare avanti, sentendo le idee della proprietà credo sia di quello che mi circonda, c'è grande sintonia. Non vorrei lasciarla per ottenere non dico per altri quarant'anni, ma ancora calcio qui. Valgono le idee, il pensiero".