De Paul, tra la partita con il Milan, le sirene dell'Atletico e un futuro ancora in bilico
L'Udinese è De Paul dipendente. Inutile negarlo, cambia la stagione ma non cambia il mantra: solo l'argentino può illuminare il gioco dei bianconeri. Anche nella sfida di Coppa contro il Sudtirol, Jajalo a parte, le giocate migliori sono arrivate dai piedi del diéz. Indispensabile, così lo ha definito mister Tudor che contro il Milan, ovviamente, lo schiererà dal primo minuto. Le tante, anzi troppe, voci di mercato che ruotano attorno al fantasista albiceleste si spera non vadano ad inficiare la sua prestazione ma è chiaro che certe sirene disturbino assai.
Fiorentina ma soprattutto Atletico Madrid sono decise a provarci in questi ultimi giorni di mercato. L'assalto finale, dopo un'estate senza offerte in grado di convincere i Pozzo. In Spagna ne sono convinti, i colchoneros, qualora cedessero Correa al Milan, piazzerebbero un'offerta da oltre 30 milioni (32 + 3 di bonus stando alle ultime indiscrezioni), abbastanza per strappare il sì dell'Udinese. I bianconeri ne vorrebbero 40, visto che il 20% andrà al Valencia, ma 35 alla fine dovrebbero bastare.
All'Atletico, in una squadra rinnovata dalle fondamenta dopo l'addio di Griezmann e l'arrivo della stellina Joao Felix, sotto l'egida del Cholo Simeone, De Paul potrebbe brillare per davvero, facendo così quel definitivo salto di qualità che sogna da tempo. A Madrid poi lo aspetta una Champions da protagonista e in grado di soddisfare le sue ambizioni, perché l'Atletico quest'anno punta a tornare a fare la voce grossa in Europa. Un'offerta irrinunciabile per chi vuole consacrarsi ad alti livelli.
E a Udine? La partenza di De Paul, a dieci giorni dalla chiusura del mercato, lascerebbe una voragine enorme. Chi colmerebbe quel vuoto? Il giovane Edwards, in prova in questi giorni, non può di certo bastare. Non si può nemmeno pescare un nome esotico, visto che gli slot per gli extracomunitari sono già stati riempiti da Becao e da Wallace. Bisognerebbe pescare tra i comunitari ma in Europa e in Italia di giocatori così non ce ne sono molti, quei pochi costano e quindi non sono alla portata. Affrontare un campionato senza De Paul o almeno un suo degno sostituto sarebbe una follia. Tudor lo ha capito, Marino forse, la proprietà non si sa. Non si può commettere l'errore del passato, quando si pensò che un giocatore qualunque potesse sostituire Totò Di Natale. Ancora oggi paghiamo a caro prezzo quella scelta. Tocca incrociare le dita e sperare che quell'offerta non arrivi mai.
Ma se alla fine De Paul dovesse restare quali saranno le sue motivazioni? Un D'Agostino bis, rimasto a Udine dopo aver sognato per mezz'estate il Real e la Juve, non si deve assolutamente ripetere. Al giocatore vanno dati nuovi stimoli, in termini di obiettivi e, ciò che conta veramente nel calcio d'oggi, in termini di ingaggio.
10 giorni, da qui al 2 settembre può succedere tutto e il contrario di tutto.