De Paul, futuro in bilico: tra la voglia di Champions, l'assenza di un compratore e la possibilità di restare ancora a Udine
Questa doveva essere la stagione della definitiva consacrazione di Rodrigo De Paul, la stagione del salto di qualità e in parte, in effetti, lo è anche stata. Nulla di trascendentale ben s'intenda, nessun esplosione alla Sanchez, ma la sensazione costante che sì l'argentino ha davvero qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. L'Udinese, nel bene o nel male, ruota sempre e solo attorno a lui. Piaccia o non piaccia nei punti di Gotti c'è sempre stato di mezzo il suo zampino.
Troppo poco per conquistarsi una big? Chi lo sa. Ovvio che con un terzo di stagione in bilico, la Copa America saltata e un calcio a rischio default le cose per lui si sono decisamente complicate. La voglia è quella di andare a giocare la Champions e ormai non lo nasconde più, lo voleva la scorsa estate, dopo aver praticamente già detto addio a Udine, lo vuole ancor di più adesso che è diventato una pedina importante dell'albiceleste di Scolari. Ma, insegna il mercato, serve un acquirente, serve qualcuno che, tra due mesi o poco più, arrivi con 35 milioni in mano e di questi tempi, con la crisi economica che sta per travolgere tutto e tutti, calcio compreso, non sarà affatto facile trovarlo.
In un periodo di recessione, si sa, i compratori non sono molti. Le squadre non sanno ancora quale sarà il loro futuro. Non sanno che tipo di stagione dovranno programmare. Non sanno quante risorse avranno a disposizione perché questo stop porterà certamente ad una contrazione delle spese, visto che c’è stata e forse ci sarà una contrazione delle entrate.
Per questo è davvero difficile pensare ad un club, da Champions, pronto a tutto per De Paul. L'Inter? I neroazzurri dovranno metabolizzare il tanto danaroso quanto infruttuoso all-in di gennaio. Il Milan? Interessato sì ma senza Champions. L'Atletico Madrid? Spinge più il suo agente per portarlo là che i colchoneros per averlo. Altre squadre che si possono considerare effettivamente grandi non ci sono, perché, almeno per il sottoscritto, andare alla Fiorentina non rappresenterebbe chissà quale salto di qualità.
L'Udinese, sia chiaro, non farà grandi sconti. I Pozzo, anche in tempi di coronavirus, sono una bottega cara. E se restasse ancora? Un altro anno? Ipotesi non del tutto impossibile. D'altronde meglio attendere qual l'occasione giusta, a Udine dove resta il centro del progetto tecnico, la stella più luminosa.