De Paul brilla con l'Argentina, delude con l'Udinese. Cosa c'è che non va Rodri?
Anche contro la Sampdoria De Paul non è riuscito a confermare l'ottimo rendimento avuto con la maglia dell'Argentina. Una settimana o poco più tra il Superclasico contro il Brasile, nel quale la sua stella ha brillato a fianco a quella di Messi, e l'ennesimo passo falso di questo turbolento inizio a Marassi. Ci ritroviamo così oggi di fronte a due versioni davvero diverse e contrastanti dello stesso giocatore: uno sa esaltarsi con la maglia albiceleste indosso, l'altro, in versione bianconera, continua ad essere poco incisivo. Eppure Rodrigo è uno soltanto.
L'involuzione preoccupa, perché il diéz è il vero giocatore di qualità di questa squadra, quello che ti può decidere, anche con un lampo di genio, la partita. Se non gira lui anche i compagni fanno una fatica tremenda, soprattutto davanti. Lo dicono i numeri: gli attaccanti segnano poco, anzi pochissimo ed il motivo è legato anche al fatto che da dietro ricevono pochi rifornimenti. Come nella passata stagione, quando ha contribuito in maniera sostanziale con i suoi gol e con i suoi assist alla salvezza, anche quest'anno toccherebbe a lui guidare l'Udinese fuori dai guai e invece...
...invece, dopo un estate passata al centro di mille voci di mercato, quello di Rodri è stato un inizio di campionato davvero al di sotto delle aspettative, forse il peggiore della sua esperienza in terra friulana. Corner al bacio all'esordio con il Milan, poi l'espulsione di San Siro contro l'Inter, tre partite passate a guardare i compagni giocare e una serie prestazioni nervose e spesso insufficienti. Veramente determinante in una sola occasione, nella partita contro il Genoa, all'esordio di Gotti, non a caso l'ultima vittoria nelle ultime cinque gare.
Una luce che va ad intermittenza, qualche sprazzo, qualche giocata e poco altro, quando gioca con l'Udinese però. In nazionale il suo rendimento è ben diverso. Rodrigo in poco tempo, con il ct Scaloni, è diventato un giocatore davvero importante per l'Argentina, un jolly capace di occupare tutte le posizioni del centrocampo e dell'attacco. Suda e si sacrifica per dare una mano non soltanto a Messi ma a tutta la squadra e la Pulce, contro i verdeoro, ne ha giovato della sua presenza. Nonostante la grande concorrenza si sta meritando il posto da titolare. Sono proprio queste partite internazionali che hanno attirato su di lui gli occhi di diversi club, non quelle con l'Udinese.
Qualcosa che allora non va c'è. E' una questione di stimoli? Ovvio che le sirene delle big, Inter su tutte, e i tanti colloqui che il suo procuratore ha quotidianamente con i direttori sportivi di mezza Serie A lo hanno distratto, anzi lo continuano a distrarre. Quell'etichetta da 35 milioni appesagli al collo in estate, inoltre, pesa come un macigno. Il dover dimostrare di essere sempre quello che ha qualcosa in più rispetto a tutti gli altri lo spinge a giocare più per sé stesso che per la squadra, lo spinge a cercare la giocata di fino, il dribbling, il passaggio più complicato. In nazionale, invece, dove è circondato da campioni e dove il ruolo di prima donna spetta a qualcun altro, è capace di mettersi completamente al servizio dei compagni. Non è bastato il rinnovo del contratto e il riconoscimento economico da parte della società per ridargli quella fame che lo aveva caratterizzato la passata stagione. Si spende sì, corre, ma non con quella determinazione che avevamo visto con Velazquez prima e con Tudor poi.
Un primo motivo, ma non è tutto qui. c'è anche una questione tattica. A centrocampo, nel ruolo di mezz'ala, fatica. Perché con Jajalo, altro giocatore che predilige ricevere palla basso, si pesta un po' i piedi, perché poi è chiamato a fare anche una fase di ripiegamento che spesso lo sfianca. Lo aveva capito Valazquez, alto a sinistra, svincolato da compiti di marcatura, è lì la posizione per lui ottimale e infatti la sua stella brillava come non mai. Dovrebbe cambiare ruolo? A questo punto tutta l'Udinese dovrebbe cambiare modulo per metterlo nelle condizioni migliori.
Un problema da risolvere al più presto per Gotti, perché l'Udinese ha bisogno del vero De Paul. Qualora non fosse recuperabile, qualora non avesse più quegli stimoli necessari per vestire la maglia bianconera allora sì che una cessione, anche a gennaio, mese nel quale i Pozzo non si sono mai privati dei loro migliori giocatori, potrebbe essere la cosa migliore per tutti.