Davis, l'Udinese ritrova il suo attaccante: un’arma in più per Runjaic
Dopo quasi due mesi di assenza, Isaac Davis è pronto a tornare a disposizione dell'Udinese. L'attaccante inglese, fermo dal 9 dicembre a causa dell'ennesimo problema muscolare, rientrerà tra i convocati per la sfida contro il Napoli. Partirà dalla panchina, ma il suo ritorno rappresenta comunque un'ottima notizia per Kosta Runjaic, che potrà contare su una pedina in più nel reparto offensivo.
Un talento frenato dagli infortuni. Davis ha già dimostrato di poter fare la differenza quando è in campo, ma il vero problema resta la sua fragilità fisica. Da quando è arrivato in Friuli, gli infortuni muscolari ne hanno condizionato pesantemente la continuità, impedendogli di esprimere tutto il suo potenziale con regolarità.
L’anno scorso si era ritagliato un ruolo da protagonista nel soltanto finale di una travagliatissima stagione, diventando l'eroe della salvezza con il gol decisivo segnato contro il Frosinone all’ultima giornata. Un exploit che sembrava poter essere il trampolino di lancio per un’annata da titolare. In effetti, nelle prime giornate di questo campionato, Davis aveva convinto Runjaic a dargli fiducia, mettendo in mostra le sue qualità e guadagnandosi un posto tra gli undici. Poi, però, il solito copione: un nuovo stop, un lungo periodo ai box e un'altra stagione in salita.
Cosa può dare all’Udinese? Se riuscirà a lasciarsi alle spalle i problemi fisici, Davis può rivelarsi una risorsa preziosa per i bianconeri. È un attaccante rapido, potente, capace di attaccare la profondità e dare imprevedibilità alla manovra offensiva. Il suo ritorno sarà particolarmente utile in un reparto che, oltre a Lucca, ha bisogno di alternative affidabili, anche per cambiare le carte in tavola a partita in corso.
Il calendario dell'Udinese nelle prossime settimane offre diverse sfide alla portata, nelle quali il contributo di Davis potrebbe risultare determinante. Per lui, l'obiettivo è chiaro: mettere finalmente da parte gli infortuni e provare a ritrovare quella continuità che finora gli è mancata. Il talento c’è, la fiducia anche. Ora serve solo la tenuta fisica per fare davvero la differenza.