Casale rimonta e vince: 1-0 nella serie. Peccato
Peccato.
Onore a chi ha vinto: la Novipiù gioca un secondo tempo di nervi e sostanza, Udine cala un po’ l’intensità difensiva e concede troppo spazio a Severini, autentico match-winner della giornata. Il delitto è servito, due punti di differenza (quei due liberi sbagliati da Dykes...)
Già: bravo Blizzard (tiratore puro che non sa fare altro, ma come lo fa bene!), buono Sanders ma...
Ma decisivo Martinoni, che tiene a galla i suoi quando con l’ultima spallata un’A.P.U. sopra di 14 li avrebbe mandati alla deriva; decisivo Severini, ala-centro di grande spessore che mette tre triple e un gioco 2+1 che ci sprofonda a -6.
Brava Casale, niente da dire. Eccezionale il pubblico, sempre caldissimo e rumorosissimo anche a palazzo non del tutto gremito; meno riusciti i cori a Mortellaro (reclamava una zampata ricevuta sotto canestro, ‘scemo, scemo’ non si sentiva dal 1979), in particolare non splendido quel signore scarsicrinito che urlava ‘complimenti’ a Dykes impegnato ai liberi, mentre nonchalement si appoggiava al canestro facendolo ondeggiare. Roba da seconda divisione in periferia, Lo Junior è ben altro e costui si vergogni.
Udine tira da tre come mai in stagione, 9/25 di spessore; tiene, tutto sommato, sotto le plance dove si è sentita la mancanza della fisicità di Diop (ancora ai box per problemi respiratori) e un Andrea Benevelli bravo ma non ancora ai suoi livelli usuali. Ottima la prova complessiva di Tommy Raspino, che si applica al solito in difesa mettendo anche dieci punti (fra cui una tripla siderale che ci riporta a -3). Troy e KayDee sono immarcabili nel primo quarto (anche se Caupain è impreciso dall’arco), scendono nella ripresa quando lo Junior la riprende di classe.
Sì: Casale l’ha rimessa in piedi giocando sui nervi e sulle doti di alcuni fra i propri interpreti; non ha giocato una pallacanestro superiore, e il finale (due punti di differenza) testimonia l’equilibrio fra le due squadre. Coach Ramondino (nominato miglior allenatore della Lega) dimostra le proprie qualità, anche se il mio voto sarebbe andato ad altro allenatore. Onestamente c’è chi ha fatto bene con roster non così profondi come Casale, ma siamo nel campo delle opinioni quindi a Marco solo complimenti.
Tutto bene, quindi? Neanche per sogno.
Se Udine vuole diventare grande, non può lasciarsi sfuggire vantaggi del genere, anche se nel recupero rossoblu c’è molto più dei padroni di casa rispetto a demeriti bianconeri; la GSA ha raggranellato vantaggi man mano sempre crescenti quando ha giocato velocemente la palla, ribaltando lato forte/lato debole e difesa in attacco, con qualche ficcante contropiede; nella ripresa si è messa a ruminare le solite azioni a palla ferma, lette facilmente dagli avversari e sfociate spesso in conclusioni forzate e certo non di prima scelta.
Mi resta ancora difficile da capire il limitato impiego di Franko Bushati: oggi 15’ in campo, rispetto ai 31-32’ accumulati da Kyndall o Troy. Chiederò lumi a coach Lino, quando ci rivedremo al rientro da Casale: a me sembra che il Cobra sia un animale da playoff, forse meriterebbe un minutaggio superiore; senza dimenticare che (forzandole siamo d’accordo!) le sue triple sono illeggibili dalla difesa avversaria.
Lo so, so cosa mi risponderete amici miei: siamo profondissimi sugli esterni per cui Lardo li deve ruotare. Però la trimurti Kyndall-Troy-Franko a me piace un bel po’.
Ormai è andata: vince Casale dimostrando, mi ripeto, perché abbia dominato il girone Ovest, del quale è (non a caso) unica superstite ai quarti di finale nella post-season. Magari i casalesi vinceranno la serie 3-0: in ogni caso, però, dovranno faticare ogni singolo minuto che disputeranno contro Udine. Ogni. Singolo. Minuto.
Ce la stiamo giocando alla pari: adesso è giunto il momento di mettere la marcia alta e sorpassare. Perché già mercoledì si può.
In ogni caso giocare contro formazioni complete, forti e ben dirette come Casale è crescita: vincerci, però, ancora di più.