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Cambiare tecnico, ancora una volta. Dall'alto un ultimatum: o arrivano subito punti o la panchina salta

di Stefano Pontoni

Il problema dell'Udinese non è soltanto l'allenatore, lo abbiamo imparato in questi anni di sofferenza che cambiare tecnico risolve poco o nulla. Il malanno cronico che tormenta i bianconeri da cinque anni a questa parte ha cause che non sono imputabili soltanto alla gestione tecnica. E' ormai opinione comune che il cambiamento dovrebbe essere più strutturale, di filosofia e ambizioni di una squadra che pare aver perso la sua dimensione. Cacciare dirigenti, cambiare figure di riferimento, comprare giocatori nuovi, tutte cose che il popolo bianconero auspica ma che, per ovvi motivi, non possono avvenire a campionato in corso. Visto che né la squadra, né i piani alti si possono ribaltare da un giorno all'altro, l'unica mossa ad oggi possibile è quella di cambiare, ancora una volta, allenatore.

Da Velazquez la società si aspettava sicuramente di più, non soltanto in termini di punti in classifica ma soprattutto nell'atteggiamento e nella crescita della squadra. Doveva essere un anno di rilancio ma così pare non essere, visto che lo spagnolo non è riuscito ad oggi nella difficile missione di invertire la rotta. Ci si aspettava insomma un'Udinese nuova, convinta a ripartire con un progetto alle spalle. 

I risultati invece hanno detto il contrario. Eliminazione in Coppa Italia ad agosto, quart'ultimo posto in classifica dopo la nona di campionato. Numeri negativi ai quali poi si aggiunge un'oscura idea di gioco e una confusione tattica che contro il Napoli pare avere toccato il suo apice. Velazquez sembra non saper più che pesci pigliare, è questo il timore della società che, seguendo anche i mormorii lamentosi di una tifoseria stufa di questa situazione, ora si guarda attorno in cerca di una soluzione alternativa. 

Ma non sono soltanto i tifosi ad essere stanchi di una squadra a crescita zero. Il più scontento fra tutti pare essere proprio colui che comanda. Gino Pozzo infatti non pare aver digerito la brutta prestazione di sabato sera, non tanto per la sconfitta, che ovviamente ci poteva anche stare al cospetto di una big, ma per come è arrivata. Udinese riunciataria ed arrendovole, con soltatno qualche sporadica fiammata, decisamente troppo poco per chi si auspicava l'inizio di un nuovo corso. Non solo, ciò che ha più infastidito il nuovo Paròn è stato l'insensato cambio di modulo, quel passaggio poco logico alla difesa a tre, al quale va poi un aggiunto un Lasagna sempre più isolato e allo stesso tempo desolato. Da Londra quindi sono state fatte subito recapitare al tecnico, che ha cercato di difendersi dalla tempesta scaricando le colpe su un calendario proibitivo, queste perplessità ma soprattutto un ultimatum: o l'Udinese cambia rotta già dalle partite contro Genoa e Milan o sarà esonero. 

Il clima si è fatto quindi teso, come si è potuto capire dalla ripresa degli allenamenti di ieri al Bruseschi, con Pradè in prima persona al fianco di Velazquez. Sarà una settimana di passione per il giovane spagnolo. Una settimana nella quale dovrà trovare subito la quadra, altrimenti la sua avventura in bianconero, ed in Serie A, sarà già all'epilogo.


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