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C'è il Chievo ma la testa è altrove. L'Udinese soffre il mal di Di Natale

di Stefano Pontoni

Dopo la vittoria contro la Sampdoria, Colantuono e la sua Udinese si aspettavano una settimana serena. Le giornate che trascorrevano in quel di Udine e che avvicinavano i bianconeri all'importante sfida contro il Chievo avrebbero dovuto essere tranquille ma invece non lo sono affatto state. Udine e l'Udinese sono bollenti, la piazza scotta per via delle fiamme scatenate da quello che forse è il giocatore più grande della storia bianconera, sicuramente l'uomo che ha infranto tutti i record, ma che ora sembra voler far calare il sipario sulla sua grande avventura, Totò Di Natale. Un amore intenso che c'è stato e che ora non sembra esserci più, forse per via degli anni che avanzano, di un condizione fisica e mentale che rende difficile giocate che tempo fa erano banali e di stimoli che, anche per colpa della società, vengono a mancare. Totò vuol essere protagonista in cambo e simbolo della squadra. Non un oggetto di marketing utile solo al lancio del nuovo stadio Friuli. Il dubbio è quello, se sarà così si farà da parte, sicuramente a fine stagione, forse anche prima. 

L'eterno mal di pancia di questa stagione e le voci che corrono di un suo ritiro a gennaio hanno dato una brutta scossa all'Udinese. In una stagione come questa, fatta di grossi problemi e pochissimo entusiasmo da parte di tutti, giocatori compresi, l'addio anticipato del capitano, anche se per ora solo una voce, non ci voleva. Non ci voleva soprattutto in una settimana come questa dove si cerca di dare continuità contro un avversario ostico come il Chievo. Colantuono prova a fare muro e a difendere il gruppo ma anche lui alla fine è stato travolto da questo urgano. Già il tecnico galleggiava a fatica alla guida di un gruppo con tante problematiche di integrazione, rischiando più volte di perdere la panchina, ora, perdendo un senatore come Di Natale, e rischiando di perderne un altro come Domizzi, la gestione potrebbe complicarsi maggiormente.

Il tecnico per ora va avanti dritto per la sua strada, sapendo benissimo che lo scontro di oggi a Verona rappresenta un altro importante crocevia della sua stagione. Vincere vorrebbe dire lasciarsi dietro gli incubi della zona retrocessione, perdere invece tornerebbe a gettare nella mischia i bianconeri. Tre punti oggi sarebbero oro, soprattutto in vista poi di un calendario non facile da qui alla sosta natalizia, fatto da Fiorentina, Inter e Toro prima della pausa natalizia.


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