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Apu Udine, con Brescia tanto cuore ma ancora niente punti: serve più continuità. Ora testa al derby con Trieste

di Stefano Pontoni

Gioca, lotta, ci prova fino in fondo, ma alla fine l’Apu Old Wild West Udine deve ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria in Serie A. Al Carnera passa una Germani Brescia solida e profonda, trascinata da un Miro Bilan dominante, capace di imprimere il proprio marchio in tutti i momenti chiave del match.

Per i bianconeri non bastano la prova generosa di Mirza Alibegovic – leader e anima di questa squadra – e il tanto atteso ritorno di Anthony Hickey, subito positivo dopo l’infortunio alla caviglia. L’Apu parte forte, gioca un primo tempo di grande intensità e qualità, ma alla lunga paga qualche errore di troppo e soprattutto una minore lucidità nei momenti decisivi.

A deludere, ancora una volta, sono alcuni dei nuovi arrivati: Bendzius fatica a trovare ritmo e tiri puliti, Mekowulu non riesce a imporsi nel duello fisico con i lunghi bresciani. Così, come già accaduto nelle prime uscite, la gara resta sulle spalle dei “senatori”, di quel gruppo che solo pochi mesi fa ha conquistato la promozione dall’A2. Ancora una volta Da Ros, con la sua esperienza e solidità, ha dimostrato di poter stare a pieno titolo nella massima serie.

Il rammarico è grande, perché l’Apu, per lunghi tratti, ha giocato alla pari con una delle formazioni più attrezzate del campionato. Qualche fischio arbitrale troppo severo ha contribuito a spezzare il ritmo bianconero nel momento clou, ma la verità – come ha sottolineato lo stesso capitano Alibegovic nel post partita – è che “in Serie A non puoi permetterti di giocare per trenta minuti. Per vincere serve tenere fino alla fine, restare concentrati e cattivi per tutti i quaranta minuti”.

Una lezione importante, da assimilare in fretta. L’avvio di stagione, va detto, non è stato dei più teneri: dopo l’esordio a Reggio Emilia, Udine ha affrontato in casa i campioni e i vicecampioni d’Italia, Virtus Bologna e Brescia. Due sfide durissime, giocate a viso aperto, entrambe con la sensazione di poter portare a casa qualcosa di più.

Le attenuanti, comunque, non mancano. L’Apu non ha ancora potuto esprimersi al completo: Hickey è appena rientrato, mentre Dawkins è rimasto fermo per un problema alla caviglia. Coach Vertemati lo ha detto chiaramente: “Non abbiamo mai giocato con il nostro pieno potenziale. Ma il gruppo lavora, cresce e crede nel percorso”.

Ora però lo sguardo è già rivolto al prossimo appuntamento, e che appuntamento: il derby con Trieste. Una partita che vale più di due punti, un’occasione per invertire la rotta e trasformare in risultato concreto tutto ciò che di buono si è visto finora. La sensazione è che questa squadra abbia ancora margini enormi: l’intensità c’è, l’identità pure, e con il recupero di tutti gli effettivi l’Apu potrà finalmente mostrare il suo vero volto. Perché il lavoro c’è, la qualità anche. Serve solo il tempo – e la cattiveria – per trasformarlo in vittorie.


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