Almeno recuperiamo gli infortunati... Pres. Gravina, siamo in democrazia
Già, aver recuperato gli infortunati. Forse l'unico lato un minimo positivo relativo a questa ripresa tanto discussa. Praticamente chiunque sembra essere scettico sulla sicurezza relativa alla ripartenza del calcio. Un turbinio di pareri negativi, in primis quello di Malagò, voce del CONI (non uno qualunque), che ha attaccato duramente il mondo del pallone. I capoccia allora si rifugiano nel classico "per la ripresa ci atteniamo al parere dei medici", peccato che dal mondo della sanità siano arrivati diverse opinioni, anche autorevoli che evidenziano le difficoltà nell'attuare le idee governative,: "(...) Le linee guida mi sembrano scrupolose e molto rigide, ma dovrebbero essere rese più fattibili. Diventa difficile applicare, soprattutto per quanto riguarda i club di Serie B e Serie C (...)" parole del dott. Castellacci a "La Domenica Sportiva", su Rai 2; "(...) Bar, ristoranti, messe e partite di calcio credo dovranno essere collocate dopo la ripresa di imprese di importanza fondamentale(...)" Massimo Galli, infettivologo del Sacco, che ha parlato dieci giorni fa a Mattino Cinque. Nonostante tutto, con buona probabilità, mercoledì sarà ufficializzata la ripresa e ne prendiamo atto.
In casa Udinese molti dettagli per l'eventuale mega ritiro di maggio/giugno sono già stati messi a punto, per molti dei club in Serie A potrebbe non essere un grosso problema organizzarsi, a differenza di tutti gli altri club che non hanno i mezzi della massima categoria. La questione invece ancora irrisolta è relativa alle sedi in cui giocare. C'è infatti l'idea di non giocare al nord. Questo per far sì che il rischio di contagio di giocatori, staff e personale al seguito delle squadre sia minore. A livello di logica questo comporterebbe invece un rischio di affollamento al centro sud e conseguente pericolo di annullare qualsiasi sforzo fatto per contenere il grosso della forza del virus al solo Nord. Siamo sicuri però che chi ha dato questa idea abbia anche in mente delle misure, attuabili realmente, per far sì che questo non accada. Sarebbe un po' seccante vedere tutto quanto fatto fino ad ora cancellato per far ripartire l'industria del calcio che sarà sì essenziale, ma non al punto da farci di nuovo rinchiudere tutti per altri due mesi dandoci la mazzata finale.
Quindi se la ripresa, come sembra, è a un passo dall'essere ufficializzata è perchè ci sono tutti gli estremi per farlo, non perchè serve agli imprenditori legati al mondo del calcio che altrimenti vedrebbero i loro soldi in fumo. In chiusura, fatico a credere che chi sia contro la ripresa sia contro il calcio e addirittura agli italiani e il fatto che lo dica il presidente della FIGC è una mossa abbastanza discutibile, almeno in una democrazia di opinioni. Non tutti quelli che non vogliono tornare in campo lo fanno per meri interessi di bottega, penso ci siano persone legate al mondo del pallone che hanno perso persone a loro care e che non vedono il tornare a correre come una priorità, semplicemente riflettono su alcuni dei punti che ho espresso e che non sono una mia folle congettura, ma semplici riflessioni che un po' tutti si sono posti. Non sapremo tra due giorni se l'idea sia giusta o meno, lo scopriremo a luglio, quando con tutta probabilità rivedremo contrasti e assembramenti su un rettangolo verde con molti di noi invece blindati in casa. Allora lì vedremo se chi ha dubbi era semplicemente troppo timoroso o se ci sia invece stato uno sbaglio, un grosso sbaglio.