Alì Adnan, il "Bale della Mesopotamia", le lacune in difesa, la possibile rinascita
Con l'infortunio di Samir e un Felipe non ancora al meglio, contro il Napoli Gigi Delneri ha dato spazio ad un giocatore che nell'ultimo periodo era rimasto ai margini, Ali Adnan. Un'occasione di riscatto dopo tanto tempo passato in panchina, per dimostrare di non essere un completo fallimento. L'iracheno, lanciato dal primo minuto al San Paolo, però ha fallito l'ennesima occasione, dimostrando ancora una volta di non essere all'altezza di certi paloscenici. Il primo giocatore iracheno nel campionato, una scommessa che Gino Pozzo sembra aver perso.
Pensare però che nell'estate del 2015, quando arrivò la notizia dell'acquisto di un giocatore dall'Iraq, le premesse erano ben altre. Sì perché l'arrivo di Ali Adnan non sembrava essere affatto un Ghedaffi bis o un operazione fatta per motivi economici e per allargare il brand a nuovi orizzonti.
Il giocatore che arriva a Udine e che si intravede nelle prime amichevoli estive sembra veramente promettente: grande personalità, buona progressione e un sinistro di una potenza e precisione. Il suo agente per questo motivo non stenta a fare paragoni importanti, identificandolo come il "Bale della Mesopotamia", un giocatore che da lì a cinque anni avrebbe scalato l'Olimpo del calcio. La stessa Udine non poteva essere quindi che il trampolino di lancio per ben altre realtà come Real, Barcellona, Chelsea o United.
Inizia la stagione e Colantuono senza dubbi lo schiera titolare. Alle prime difficoltà però, quando anche la stampa lo prende di mira eccessivamente, il tecnico non è forte a perseguire le sue scelte e il giocatore finisce ai margini. Nella nuova stagione è poco fortunato con Iachini ma soprattutto con il nuovo modulo, ostinatamente sia Iachini che Delneri provano ad adattarlo come terzino nella difesa a quattro, ma nonostante le qualità come giocatore di fascia, pecca molto nella fase difensiva, finendo per essere la riserva di Samir, che invece viene adattato da centrale a giocatore di fascia. Periodo no e perfino la sorte sembra essersi messa nel mezzo. Contro la Lazio ad esempio un suo 'dubbio' tocco di mano causa il rigore e i friulani perdono, “tutta colpa sua, se non è scarso allora porta male” si sente dire in giro per Udine.
La fase difensiva appunto, questa la grande pecca dell'iracheno. Ali Adnan infatti sa spingere ma non difendere, cosa fondamentale per giocare a certi livelli in Italia. Una lacuna acuita dalla difesa a quattro, dove per forza viene chiamato ad avere un ruolo fondamentale nei meccanismi difensivi. Dovrebbe ripartire dalle basi, imparando le marcature e le diagonali, imparando a tenere la linea con i compagni e a non perdere l'uomo. Un anno di "scuola elementare", indispensabile per poter essere davvero un giocatore da Serie A.
Anche perché questo ragazzotto del '93 tutto sommato le qualità le ha, spesso infatti è stato l'unico che aveva voglia di dimostrare qualcosa in campo, l'unico a metterci grinta e carattere. Anche il suo sinistro è buono, come testimonia il traversone dalla trequarti che manda Zapata a colpire il palo. Una rinascita allora è possibile.