Pordenone, torna la vittoria ma c’è ancora molto da fare
di Alessandro Poli
Un gran gol di Cambiaghi risolve una partita complicata, la vittoria finalmente torna. È una buona notizia? Vincere fa sempre bene, senza dubbio, e almeno in teoria aiuta a vincere, ma per salvarsi c’è bisogno di molto più impegno. Perché sono così pessimista e scettico? Semplice, basta provare a ricordare quante volte si è detto che questo Pordenone poteva ripartire, e sono almeno quattro: dopo il pareggio contro il Pisa, dopo il pareggio con la Cremonese, dopo la prima vittoria contro l’Alessandria e dopo questa seconda vittoria a Perugia. I ramarri non sono però mai riusciti a confermarsi con due risultati utili consecutivi. Ed ecco perché continuo ad essere scettico, soprattutto vedendo che il sedicesimo posto dista ben nove punti, con l’Alessandria che ha una partita in meno.
Oggi però, visto che possiamo dire molto, parliamo anche della partita e non solo del mio scetticismo. Innanzitutto Tedino sorprende: difesa quasi completamente e, direi, finalmente rivoluzionata, con Bassoli nuovo capitano e il solo Barison ironia della sorte, sostituito poi anche lui da un buon Sabbione a rappresentare il girone d’andata, e addirittura Zammarini terzino al posto di El Kaouakibi. A centrocampo un inedito Magnino regista e in attacco Mensah e non Pellegrini. Entrambi fanno una buona partita ma è da sottolineare soprattutto quella del 16, dato più volte in uscita: se effettivamente se ne andrà, avrà onorato la maglia fino alla fine. La partita ai punti la vincerebbe il Perugia: Perisan più di una volta tiene i suoi a galla ed è attentissimo fino al 95’, mentre i ramarri si vedono poco dalle parti di Chichizola, soprattutto nel secondo tempo quando il match un po’ si spegne.
Il grifo però non ha la giusta cattiveria e dunque per le lunghe sembra accontentarsi del pareggio, ma come spesso accade le partite equilibrate sono decise dagli episodi, e l’episodio questa volta è a favore dei neroverdi che con il talento di Cambiaghi alla fine l’hanno vinta. Esultare è giusto, per carità, ma riflettendoci su l’atteggiamento messo in campo dai ramarri non è stato propriamente quello di una squadra che deve salvarsi, quanto quello di chi cerca un pareggio, uno 0-0. Ma lo 0-0, si sa, è un risultato fragile che fino alla fine può spezzarsi grazie a un episodio. Questa volta ci è andata bene, la prossima non si sa. Ed ecco perché, inesorabilmente, continuo ad essere scettico.
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Mercoledì 11 dicembre