Pordenone, la salvezza è un miraggio
di Alessandro Poli
La partita contro il Cittadella, per quanto difficile fosse, continua a mostrare un Pordenone per niente adatto alla categoria, anche dopo i rinforzi del mercato di gennaio. Poco da commentare quindi: i ramarri hanno cominciato la stagione all’ultimo posto e da lì, verosimilmente, non si muoveranno fino al termine. La squadra non lotta, si limita a cercare un episodio che spesso non arriva e continua a sbagliare in difesa stavolta è il turno di Andreoni.
Stavolta anche Tedino, ieri visibilmente nervoso, ha le sue colpe: dopo i nuovi innesti arrivati dal mercato ancora non si è capito chi sia titolare e chi no e la formazione che cambia a ogni partita non aiuta ma anzi ostacola la formazione dell’affiatamento tra vecchi e nuovi. Sembra sinceramente di rivedere Rastelli, di non aver fatto passi avanti da allora. Perché infatti escludere dal primo minuto due buoni giocatori come Vokic e Di Serio, prontamente chiamati a entrare nel secondo tempo? Perché privarsi di un leader come Bassoli? E a cosa serve buttar dentro alla rinfusa tanti attaccanti quando manca la voglia di vincere?
Tante domande, poche risposte. Commenti sempre più brevi perché sforzarsi per trovare argomenti, credetemi, è quantomeno difficile. Il Pordenone si prepara a tornare in C e, forse, a ricominciare, mentre questo girone di ritorno ha sempre più il sapore di un pro forma.
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