Pordenone, è tutto finito. La lunghissima estate dei ramarri
Il 24 maggio, a Pordenone, non ha segnato la data di una famosa canzone, ma l’inizio del più brutto tormentone di quest’estate. Tre giorni prima dell’andata dei quarti di finale playoff poi persi contro il Lecco, i neroverdi si vedevano citati in giudizio dalla Procura della Repubblica, che presentava istanza per la liquidazione giudiziale della società davanti al tribunale. Il motivo si ritrova nel forte passivo del bilancio 2022, inficiato in particolare da un debito con il fisco che nemmeno a seguito di un’eventuale promozione poteva essere ripianato.
Per il Pordenone si aprono dunque le porte del tribunale, che il successivo 20 giugno accetta di buon grado la proposta di concordato presentata “in bianco” dagli avvocati Casucci e Malattia, e poi definitivamente consegnata il 21 agosto, termine ultimo di legge. Ad oggi si attende dunque ancora la decisione della giustizia, che rischia però di essere inutile perché i molto più veloci tempi del calcio hanno già condannato la prima squadra del Pordenone a trascorrere un anno sabbatico.
I ramarri infatti erano inizialmente riusciti a iscriversi in sovrannumero in Serie D (il termine inizialmente fissato al 14 luglio era infatti stato ripetutamente rimandato prima al 24 luglio, poi al 27 e poi infine al 10 agosto a causa delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Lecco e Reggina), e proposto dopo lunghe contrattazioni con gli ex tesserati un piano di pagamento degli stipendi all’85%, che inizialmente sembrava essere stato da tutti accettato.
Il tentennamento al momento della firma dell'accordo però, per ragioni non benissimo chiarite, ha fatto cadere la condizione sine qua non per partecipare al massimo campionato dilettantistico e la notizia di ieri della definitiva rottura tra società ed ex diepndenti elimina anche le residue speranze di ripartire dall’Eccellenza. Attendendo dunque ancora la sentenza del tribunale, fondamentale per mantenere almeno il settore giovanile, è ormai finita per la prima squadra che dovrà fermarsi dopo quelli che sono stati senza dubbio gli anni migliori della sua storia.