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Pordenone, ancora una volta non c’è gara

di Alessandro Poli


Non ci voleva molto per prevedere l’esito di Pordenone-Monza: la caratura dell’avversario ha messo a nudo ancora maggiormente le difficoltà dei ramarri, che in fase difensiva crollano e in attacco sono quasi inesistenti. L’unico che sembra crederci, poi, oltre a Lovisa che senza dubbio continuerà a farsi sentire finché la matematica non dirà retrocessione, è Marchetto: il vice in panchina urla, recupera palloni, si agita, ma ai giocatori in campo questa energia praticamente non arriva. C’è solo quella piccola e tardiva reazione dopo lo 0-2, che conferma come il Pordenone quasi metta in conto il fatto di passare in svantaggio per poi, in caso, provare a recuperare il risultato. Una situazione molto simile si è vista a Reggio Calabria, con il Pordenone veramente attivo solo dopo aver subito il gol dell’1-0.

Un Pordenone ormai anche senza identità: giusti senza dubbio i turnover visto il tour de force a cui sono costrette le squadre di Serie B in questo febbraio, ma addirittura quarantuno giocatori schierati da inizio stagione fanno capire come non si sia veramente mai trovata la quadra e che anche ora si sia ben lontani dal farlo. Sabato contro il Vicenza, squadra che invece prova a salvarsi macinando punti, potrebbe suonare l’ultima campana: una sconfitta in uno scontro diretto potrebbe infatti definitivamente chiudere i conti su chi può ancora lottare e su chi invece è destinato a scendere. E ricordando com’è finita col Crotone o semplicemente la partita d’andata, anche stavolta c’è poco da stare allegri.
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