Del Pordenone che ancora lotta e ancora spreca
Per scrivere il commento di questa partita sarebbe sufficiente copia incollare quello della scorsa, o di una qualsiasi delle ultime partite del Pordenone. Per dovere professionale mi limito allora a copiare il titolo, avvisando che quello che state per leggere sarà comunque più o meno uguale agli ultimi commenti che ho fatto. E del resto chi ha seguito il Pordenone quest’anno sa bene che scrivere commenti originali è molto difficile.
Contro l’Ascoli, a differenza dell’ultimo match contro il Brescia, si torna alla sconfitta, ancora una volta a causa di un errore individuale. Non che, si ripete per l’ennesima volta, un punto in più avrebbe cambiato molto, ma errori come quello di Lovisa rendono del tutto inutili 85’ di lotta per tenere il punteggio fermo sullo 0-0 (perché, parliamoci chiaro, di questo si tratta, visto che l’attacco del Pordenone non esiste). Era stato sempre Lovisa a sbagliare contro il Brescia: un ragazzo ancora immaturo, ma non voglio colpevolizzarlo. Se volessimo elencare tutti gli autori dei grossi errori di questa stagione non finiremmo più. Errori senza i quali il Pordenone ora potrebbe almeno lottare per i playout, anziché essere destinato alla retrocessione.
Mercoledì contro il Frosinone non sarà ancora decisiva, ma visti i già citati risultati nulli in attacco è ormai chiaro a chiunque che manca solo la matematica. Butic, Candellone, Di Serio, Sylla non fanno un Cambiaghi. Il 28, fresco di esordio in Under 21, è ancora una volta l’unico a provarci, e stavolta nemmeno lui può più di tanto. È allora chiaro che, a meno di colpi di fortuna (e nel calcio, si sa, la fortuna gioca un ruolo molto importante), il Pordenone non vincerà altre partite ma al massimo fermerà qualche altra avversaria, magari qualche rivale salvezza, sul pareggio. E chi gioca per il pareggio, come la partita di ieri dimostra, accetta l’eterno rischio di perdere.