Udinese, Pozzo: "Se un giorno venderemo sarà solo per rafforzare il club, vorrei fare come l'Atalanta e puntare all'Europa"
Si è tenuta ieri a Gemona la seconda edizione dello Sport Business Forum e in quel di palazzo Fantoni ha parlato anche il paròn dell'Udinese Giampaolo Pozzo, presente insieme al dg Franco Collavino e a due simboli della storia bianconera come Paolo Poggi e Nestor Sensini. Di seguito alcune dichiarazioni riprese dal Messaggero Veneto.
Paròn Pozzo parte con un ricordo del terremoto del 1976, che ha sconvolto tutto il Friuli e soprattutto Gemona:
"Mi trovavo in Jugoslavia, stavo giusto rientrando a casa quando, al momento di imbarcarmi, sono stato informato di quanto fosse successo in Friuli. Ho telefonato alla mia famiglia, a Udine, e tutti stavano bene. Ma altrove, come qui, a Gemona, purtroppo era successo il disastro".
Spazio poi per l'acquisto dell'Udinese, che doveva avvenire all'epoca tramite cordata:
"Non era nei miei programmi prendere l’Udinese. Ma a un certo punto la proprietà precedente si era trovata nella necessità di vendere. Si parlava di una cordata, ma alla fine sono rimasto da solo. Forse sono stato un po’ ingenuo".
Si è parlato a lungo in estate della possibile cessione a un fondo americano:
"Se un giorno venderemo l’Udinese, lo faremo solo allo scopo di rafforzare il club, per ottenere così degli obiettivi sportivi maggiori. Per una provinciale, aver fatto 31 anni di serie A è un buon risultato. Ma oggi abbiamo un modello, cioè l’Atalanta, che ci dimostra come, con nuove risorse, si possa puntare più in alto. Questa possibilità ce la può avere anche l’Udinese. Quindi non lo escludiamo: se qualcuno arriva con un progetto ambizioso, serio, noi siamo qua. L’importante è che si migliorino gli obiettivi della squadra. Io, non dimentichiamolo, sono un tifoso. E a me la salvezza non basta, vorrei lasciare il progetto di conservazione per fare come l’Atalanta e puntare all’Europa".