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Udinese-Bologna, l'analisi della partita

di Giulio Fornasiere

L’Udinese riceve al Friuli il Bologna, in una partita tra due formazioni senza assilli particolari di classifica ma con la volontà comune di proseguire il proprio percorso di crescita. Pioli, uno degli allenatori emergenti della nostra serie A e fresco di rinnovo contrattuale, affronta Guidolin uno dei mister più esperti e navigati, in bilico tra stress e voglia di continuare. Il mister emiliano è bravo a cambiare di partita in partita canovaccio tattico, schierando indifferentemente e a seconda della partita la difesa e 3 o a 4 e deve fare i conti con l’assenza pesantissima di Diamanti, uno dei giocatori italiani più duttili e di qualità.
Pioli opta per disporre la sua squadra con la difesa a 4, una mediana con Pazienza piazzato a schermo dei centrali difensivi con il talentuoso Taider e Kone ai lati e un attacco che si poggia sulle spizzate e la capacità di Gilardino di far salire la squadra e innescare Gabbiadini e Christodoulopoulos.
L’Udinese risponde, com’era prevedibile, con la collaudata, negli uomini e nella disposizione, difesa a 3 Benatia, Danilo e Domizzi. In mediana agiscono Lazzari e Allan come centrali, sugli esterni a sinistra Gabriel Silva e a destra Basta. Due uomini fanno di raccordo con l’attaccante centrale Di Natale: sul centro destra Pereyra, sul centro sinistra Maicosuel.

La partita inizia sotto una pioggia battente con il Bologna che cerca di stare molto corto e pressare i difensori dell’Udinese che trovano qualche difficoltà di conseguenza nel far ripartire ordinatamente l’azione. La squadra emiliana si appoggia molto su  Gilardino che, molto attivo spalle alla porta, cerca gli inserimenti di Gabbiadini e dell’impronunciabile greco Christodoulopoulos. L’Udinese stenta nella manovra in fase di possesso ma è particolarmente brava con i suoi centrocampisti a recuperare palla e a verticalizzare fulmineamente. Da un pallone recuperato dall’inesauribile Allan sulla trequarti nasce l’azione che vede lo stesso Allan impegnare Curci aiutato dal palo; un’azione simile vede protagonista Maicosuel che dopo aver rubato un pallone sul centro destra serve un pallone arretrato che Silva lavora per il sette di Lazzari.
Nel primo tempo il centrocampo del Bologna è in difficoltà evidente: i gialli fioccano come piovesse (in realtà piove davvero…e tanto) ma l’Udinese non passa.

Il secondo tempo Pioli corregge la squadra in corsa: con gli ingressi di Khrin e Guarente i rossoblu paiono sistemare la mediana, grazie anche al progressivo calo di Lazzari che ha un ultimo sussulto quando serve un filtrante interessante a Pereyra che viene atterrato in area, per il penalty che Di Natale (decisamente poco in giornata) spreca malamente.
Guidolin, nel tentativo di scardinare la difesa rossoblù, cambia registro tattico: fuori Maicosuel e dentro Muriel: è 3-5-2 con Pereyra che scala da mezzala e Muriel che si alterna ora al fianco di Di Natale ora alle sue spalle nel ruolo che fu di Sanchez. Il cambiamento scuote l’Udinese che ora acquisisce peso offensivo e pericolosità palla al piede che porta Muriel più volte a puntare nell’uno contro uno la difesa rossoblù. Non basta perché il goal non arriva e si termina con un pareggio, che fosse pugilato, avrebbe premiato ai punti l’Udinese.


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