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Stramaccioni: "Sono una creatura di Moratti, voglio fare bene anche per lui. Qui a Udine si vive nel modo giusto il calcio"

di Stefano Pontoni

lla vigilia della prima sfida di campionato contro l'Empoli, il nuovo allenatore dell'Udinese Andrea Stramaccioni ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Diversi i temi affrontati dal nuovo allenatore bianconero, a partire dalla stagione che lo attende: "La gente qui vive nel modo giusto lo sport. Con equilibrio e rispetto. Dal mio terrazzino vedo la bandiera di Udine sulla torre del castello, illuminata di notte: la mia bandiera".
Inevitabile, però, tornare alla sua precedente avventura in panchina, a quell'Inter fino alla fine indecisa se confermare lui o chiamare Walter Mazzarri: "Fino a gennaio tutti remavano nella stessa direzione. Dopo, per il terremoto in arrivo, si è persa l'unità d'intenti. Di alcune professionalità mi sono lamentato col presidente. Il venerdì dopo Inter-Lazio incontrai Moratti. Mi comunicò che doveva vendere l'Inter. Lì capii che ero finito anch'io. Faticava a parlare. Non per me. Per lui: l'Inter è la sua vita".
Proprio il rapporto tra Stramaccioni e Moratti è al centro dell'intervista: "Quest'estate scherzavamo: 'Compri una società che ripartiamo insieme'. E lui: 'Tieniti pronto'. Mi ha chiamato mentre firmavo per l'Udinese. Era contentissimo. Sono una sua creatura. Voglio fare bene anche per lui, per dirgli: 'Lo vede, Pres, che non sbagliava...'".


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