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Stipendi calciatori, si lavora ad un accordo collettivo

di Stefano Pontoni

Adesso la "battaglia" è sui tagli agli stipendi, ma un domani potrebbe spostarsi sull'accordo collettivo. Il coronavirus ha portato molti club di A a riflettere sulla struttura degli accordi economici stipulati con i giocatori. Le trattative per i tagli agli stipendi ormai sono iniziate in tutte le squadre e in alcuni casi sono state addirittura finalizzate (o quasi).

Accordo collettivo - Diverso è il discorso sull'accordo collettivo che alcuni proprietari vorrebbero rivedere. Su quest'aspetto l'Aic non concede nessuna apertura e, se ci sarà una richiesta ufficiale di revisione, si arriverà probabilmente allo scontro. L'attuale accordo collettivo è stato firmato nel 2011, dopo lo sciopero dei calciatori alla prima giornata di Serie A, e da 9 anni è in proroga. Adesso una parte dei presidenti vorrebbe individuare una formula per far "partecipare" anche i giocatori al rischio di eventi catastrofici come il coronavirus: con un taglio degli stipendi già previsto per il periodo di forzata sosta delle gare e/o degli allenamenti o con il congelamento degli emolumenti. Complicato ipotizzare che l'associazione dei calciatori dia il via libera a una delle due proposte perché, viene fatto notare, i giocatori di A, seppur ben pagati, rimangono lavoratori con un contratto a termine e non possono assumersi il rischio d'impresa.


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