Sotto l'albero Strama trova Geijo
Trentadue anni per farsi notare e scoprire in Italia. Alexandre Geijo ha segnato un gol capolavoro contro la Sampdoria, lui che ha girato mezza Europa prima di arrivare nel Belpaese. Inizia tra i professionisti in Svizzera, lui che lì è nato da genitori spagnoli. Parte dal Neuchatel Xamax, per poi volare alle origini, a Malaga. Ma se lì segna 51 reti in 122 gare con la squadra B, coi big fa 0 su 15 partite. Fiaschi, mentre al Jerez si riprende, al Levante s'infortuna gravemente e passa al Racing Santander, prima di volare all'Udinese, dove ritrova Gianni De Biasi che già l'aveva allenato in quel di Valencia. Da lì, in orbita friulana, gioca al Watford, al Granada, la scorsa stagione pure al Maiorca. Poi ancora Udinese, dall'estate, senza però arrivare certo tra proclami e cotillons. Lui lavora sodo, in silenzio. Sa che davanti ha un totem come Antonio Di Natale, un crack sfortunato come Luis Muriel ed una sorpresa deluxe come Cyril Thereau. Sa che ci sarà poco spazio, ma non demorde. Così afferra l'occasione al volo e con la Sampdoria sigla un gol che è una delizia. Però è uomo, a trentadue anni, dai toni bassi e dai piedi per terra. "Sì, sono felice, ma che peccato per quel legno colpito". Fa nulla, Geijo. Ora la carriera dell'elvetico con sangue spagnolo, non è più ferma al palo. L'arma che non t'aspetti, al servizio dell'Udinese.