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Soldati: "La friulanità della famiglia Pozzo non può essere messa in discussione"

di Davide Gani

Il sito ufficiale dell'Udinese, udinese.it, ha riportato anche le parole degli altri protagonisti della conferenza stampa sul nuovo stadio: il Presidente Soldati, il Direttore Amministrativo Rigotto e il Direttore Generale Collavino.

Ad aprire la conferenza stampa per il chiarimento delle polemiche sulla denominazione del nuovo stadio ci ha pensato il Presidente bianconero Franco Soldati: "Siamo qui per discutere questa querelle che si è sviluppata sui giornali per quanto riguarda la sponsorizzazione dello stadio Friuli. Siamo molto tristi per ciò che abbiamo letto e sentito sui mass media. Siamo amareggiati, per non dire altro. Abbiamo riflettuto molto su quanto è stato scritto. E' stato parlato di rispetto e friulanità a sproposito. Abbiamo assistito a una speculazione vergognosa e non ne possiamo veramente più. Non è possibile che per costruire questo stadio ci abbiamo messo un anno e mezzo e altri dieci li abbiamo spesi in chiacchiere inutili. Siamo qui per difenderci dalle offese che ci sono state rivolte e per chiarire la nostra posizione. Vi informo che io e il dottor Rigotto, nel corso della trattativa con il Comune di Udine per la riqualificazione dello stadio, siamo stati coinvolti nella trattativa della costruzione di uno stadio a Pozzuolo del Friuli, che per la società sarebbe stato più vantaggioso. Abbiamo però ricevuto uno stop, da parte del Paron Pozzo, che ci tiene moltissimo a questo stadio Friuli. Questo può essere facilmente verificabile. Io personalmente vi informo che il nostro Paron a questo stadio ci tiene al di sopra di tutto. Abbiamo rinunciato con quella operazione a ricavi molto, molto superiori. Andare ad attaccare l'Udinese Calcio e la famiglia Pozzo riguardo questa possibile sponsorizzazione, ritengo che sia una speculazione poco seria nei nostri confronti. E per quanto riguarda la friulanità della famiglia Pozzo, questa non può mai essere messa in discussione, perché la famiglia potrebbe fare calcio ovunque senza amore e rispetto della friulanità. Mi auguro che questa vicenda si chiuda e non abbia più strascichi".

 

Parola anche al Direttore Amministrativo Alberto Rigotto, che ha dovuto rispondere su alcune questioni relative alle delibere comunali: "Per amore della verità, quando si menzionano le delibere, vanno menzionate tutte quante. E poi ricordiamo che la denominazione è qualcosa di diverso rispetto al nome del luogo comune. Al di là di questo, nelle delibere riguardo lo stadio Friuli non vengono mai citati i concetti di tradizione, friulanità e altri. Risollevare la questione di un dramma di fronte al quale siamo stati impotenti, è, passatemi il termine, ignobile e non riconosce la verità storica e documentata. Uno stadio vetusto è stato ristrutturato grazie alla determinazione del Paron Pozzo e del Sindaco Honsell. Tutti gli stadi moderni hanno una sponsorizzazione, e nonostante questo, lo stadio mantiene la tradizione e la storia con la non demolizione dell'arco. Si discute di una trattativa che porrebbe in atto una sponsorizzazione che andrebbe ad affiancare uno sponsor alla denominazione Stadio Friuli. L'evoluzione umana della storia ci fa capire che solo un testardo non si muove dalle sue posizioni. C'è una trattativa con delle richieste, in attesa di una riposta. Ragioneremo e troveremo un punto di equilibrio, altrimenti nella vita non ci sarebbe mai un passo in avanti". 

 

Infine ha parlato anche il Direttore Generale Franco Collavino, che ha affrontato la questione relativa alla reazione dei tifosi: "Abbiamo incontrato più volte i rappresentanti dei tifosi per dare spiegazioni anche a loro. Questo è stato il nostro iter che sarebbe culminato proprio nella conferenza di oggi. I tifosi hanno compreso la volontà della società. Abbiamo dato le nostre spiegazioni, anche se poi comunque c'è chi le ha capite appieno, chi invece è rimasto su posizioni diverse. Il nostro intento era comunque quello di dare un'informazione corretta ai tifosi, e questo è stato fatto". 

 

 


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