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Serie A, il Bologna dura un'ora, poi il Napoli prende il largo: al Dall'Ara finisce 0-3

di Stefano Pontoni

Una partita aperta, accesa e combattuta per 80 minuti. Più del previsto rispetto alle previsioni della vigilia e molto diversa rispetto al 7-1 conquistato dai partenopei nella passata stagione. In attesa del recupero di Sampdoria-Roma, la terza giornata di Serie A s'è conclusa con uno 0-3. Un risultato che non spiega bene l'andamento del match del Dall'Ara tra Bologna e Napoli.

La scelta di Donadoni di abbandonare il 4-3-3 in questo match per affidarsi al 4-2-3-1, e inserire contemporaneamente sia Palacio che Destro, è stata la mossa che ha sorpreso sia gli addetti ai lavori che gli avversari. Il Napoli s'è trovato di fronte una squadra capace di muoversi in 20-22 metri di campo, reparti molto corti tra loro che hanno permesso al Bologna di imporre il suo gioco. Al 12esimo l'occasione più ghiotta della prima frazione è arrivata da calcio piazzato, con una punizione dal limite dell'area battuta da Verdi e respinta da Reina sulla traversa. Uno squillo che ha dato coraggio ai padroni di casa e spaventato gli ospiti, non in grado specialmente nella prima mezz'ora di trovare i varchi necessari per mettere in moto i suoi giocatori più talentuosi.
Un gol giustamente annullato a Masina, una conclusione di Hamsik dopo la mezz'ora e un contatto sospetto nell'area rossoblù tra Helander e Mertens gli altri sussulti del primo tempo, una frazione conclusa dopo due minuti di recupero tra gli applausi di tutto il Dall'Ara rossoblù che ha apprezzato lo spirito e l'organizzazione dei padroni di casa.

Partita fotocopia nel primo quarto d'ora della seconda frazione. Il Napoli, in teoria, avrebbe qualche metro in più per azionare i suoi esterni, ma in pratica è sempre l'organizzazione del Bologna a fare la differenza. I ragazzi di Donadoni sono più nella partita e con un Destro libero da lavori difensivi grazie alla presenza in campo di Palacio all'ora esatta di gioco vanno a un passo dal gol: conclusione del numero 10, respinta di Reina, carambola in area e salvataggio quasi sulla linea di porta di Koulibaly. Un intervento che salva il risultato e scuote finalmente il Napoli, bravo da quel momento in poi ad abbandonare il ruolo di spettatore non pagante e a ingranare le solite marce.
L'ingresso di Zielinski al posto di uno spento Hamsik serve per spezzare la pericolosa monotonia in cui stavano cadendo gli azzurri, l'invenzione di Insigne al 66esimo per mettere in scena il solito copione. E cambiare il risultato in una direzione inaspettata per quanto visto in precedenza. Sulla verticalizzazione del numero 24, Callejon si muove bene alle spalle di Masina e con un colpo di testa a due passi dalla linea di porta batte un incolpevole Mirante.

Il gol cambia inevitabilmente la partita. Il Bologna, a quel punto, deve mollare gli ormeggi e perde quelle misure prese in maniera piuttosto rigida nella prima ora di gioco. La gara ne acquista in spettacolo, con occasioni reali e potenziali da una partite e dall'altra. Un ping pong che favorisce gli ospiti e si rivela propedeutico allo 0-2: Pulgar nella sua trequarti perde palla e consegna a Mertens sia il pallone che lo spazio necessario per presentarsi dinanzi a Mirante e realizzare la rete.
Gara finita? Ancora no, c'è spazio per il definitivo 0-3, un'azione costruita in velocità e conclusa col tap-in di Zielinski che permette al Napoli di iniziare nel migliore dei modi questo tour de force. Al Bologna l'onore delle armi e gli applausi di un Dall'Ara che ha apprezzato lo spettacolo, nonostante il pesante passivo.


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